Sconti Imu per negozi e aziende? Salvare “prima casa” imprenditori costa 9mld €

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2013 - 08:50 OLTRE 6 MESI FA
Sconti Imu per negozi e aziende: salvare "prima casa" imprenditori costa 9mld €

Sconti Imu per negozi e aziende: salvare “prima casa” imprenditori costa 9mld €

ROMA – Niente Imu per negozi e fabbriche che sono “la prima casa” degli imprenditori. Il governo guidato da Enrico Letta sta studiando una riforma sull’Imu che permetta detrazioni per gli imprenditori. A dirlo è Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico, che ha parlato all’assemblea degli imprenditori di Torino. L’abolizione della tassa su capannoni, terreni agricoli e in uso alle aziende costerebbe allo Stato 9 miliardi di euro per concedere agevolazioni alle aziende in tempo di crisi.

L’accordo sulle agevolazioni tra Pd e Pdl potrebbe arrivare già mercoledì 10 luglio, riunione chbe ha all’ordine del giorno il rinvio dell’aumento dell’Iva e che potrebbe essere un’occasione per parlare anche dell’abolizione dell’Imu. Valentina Santarpia spiega sul Corriere della Sera:

“Si parlerà degli incentivi per il lavoro, della possibilità di aumentarli e delle forme di lavoro flessibile da introdurre in vista dell’Expo di Milano. «I giovani che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet, costano all’Italia 25 miliardi di euro, pari all’1,8% del Pil», ricorda il ministro Giovannini”

Non sarà facile però trovare le coperture finanziare per queste misure, spiega la Santarpia:

“L’ipotesi del ministero del Tesoro di anticipare il pagamento intero di Irpef, Ires e Irap sembra sempre meno fattibile, alla luce delle proteste trasversali. (…) Nell’eventualità di un balzello sulle sigarette elettroniche, i produttori oggi scendono in piazza contro «una decisione iniqua che pone un’imposta di consumo del 58,5%, in aggiunta all’Iva al 21%»”

Che l’Imu diventi o meno realtà, a pesare sulle tasche degli italiani c’è già il cuneo fiscale, con il sottosegretario al Lavoro Carlo Dell’Aringa che spiega:

“Sarà uno sforzo enorme  che costerà almeno dieci miliardi. Ma necessario, perché non si può andare avanti senza dare una scossa forte alla domanda aggregata”.

A gravare sulle buste paga degli italiani sono l’Irpef, l’Irap e i contributi sociali, e ora si deve cercare di ridurle, spiega il Corriere della Sera:

“Per cominciare ad abbassare di qualche punto la pressione fiscale sul lavoro, il governo sta studiando l’ipotesi di «ridurre le aliquote fiscali dell’Irpef in corrispondenza dei redditi medi dei lavoratori, cioè quelli tra i 25 mila e i 30 mila l’anno», spiega Dell’Aringa, e di agire sull’Irap, che è calcolata attualmente al lordo dei costi per il personale:«Togliendo il costo del lavoro dall’Irap saremmo alleggeriti notevolmente», dice il sottosegretario”.

Le idee ci sono, i tempi invece sono imposti e i soldi vanno trovati a tutti i costi, spiega Dell’Aringa:

“«I tempi sono imposti dalla crisi che ci morde, non possiamo continuare a finanziare l’inattività, dobbiamo finanziare il lavoro». I soldi si dovrebbero «raccattare» tra spending review, lotta all’evasione, abbassamento dei costi standard, centralizzazione degli acquisti della Pubblica amministrazione, e vendita del patrimonio pubblico: «Va fatto tutto – conclude l’economista – pur di rimettere in moto il Paese».