GINEVRA – Il governo svizzero punta ad allentare ulteriormente il proprio segreto bancario per evitare di ritrovarsi, in futuro, su di una nuova ”lista nera” dell’Ocse dei paradisi fiscali. Al centro del nuovo complesso di norme le informazioni sull’identità degli intestatari dei conti.
Norme, secondo la Svizzera, da adattare. Le disposizioni sull’assistenza amministrativa nelle convenzioni per evitare le doppie imposizioni (Cdi) negoziate dalla Svizzera con altri Paesi prevedono, infatti, in caso di “presunti evasori” il Paese fornisca il nome e l’indirizzo del contribuente e del detentore delle informazioni .
Restano invece proibite le cosiddette ”fishing expedition” (ovvero la ricerca indiscriminata di informazioni). ”Dobbiamo decidere se vogliamo di nuovo avere problemi in questo campo oppure se siamo disposti ad adattarci con misure che sono possibili senza creare danni all’economia e alla piazza finanziaria elvetiche”,ha detto il ministro svizzero delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf alla televisione svizzera. Il Parlamento svizzero dovrà comunque dibattere di questa interpretazione estensiva degli accordi di doppia imposizione negoziati da Berna.
Sotto pressione, nel 2009, la Svizzera aveva già allentato la propria politica in materia di assistenza amministrativa in materia fiscale. I partiti di destra hanno alzato la voce contro l’esecutivo. Il potente partito Udc/Svp ha annunciato che continuerà a battersi per garantire la sfera privata dei clienti delle banche.