Spesa pubblica cresce del 2.75%, alla faccia della spending review

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2013 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA

soldi3ROMA – Spending review? Tagli ovunque? Vero. Ma la spesa pubblica continua inesorabilmente a salire al ritmo del 2.75% rispetto all’anno scorso. E a far segnare l’aumento non sono né i costi della politica né gli stipendi dei dipendenti ma i cosiddetti “consumi intermedi”, ovvero le spese di funzionamento della macchina statale (bollette, computer, gli affitti ecc…).

Curioso visto che sono proprio le voci in cui era atteso l’intervento più massiccio della spending review. Le cifre diffuse dalla Ragioneria dello Stato, però, raccontano una realtà diversa, ben sintetizzata dal Sole 24 Ore: 

Non c’è taglio lineare o spending review che tenga: quest’anno la spesa pubblica corrente cresce ancora, del 2,75% sul 2012 e del 5,5% rispetto a due anni fa, e appare destinata a guadagnare un altro 2,7% da qui al 2015: il tutto, però, al netto degli interessi sul debito pubblico e delle altre passività finanziarie, da cui vengono invece le notizie migliori dopo i picchi degli anni scorsi.

Quanto a cosa determini l’aumento di spesa pubblica il Sole è chiaro:

Spulciando le tabelle, si scopre per esempio che la dinamica più vivace riguarda ancora una volta i «consumi intermedi», cioè le spese di funzionamento che servono a creare le premesse per l’erogazione dei servizi (gli esempi classici sono le utenze, i computer, gli affitti e così via) e che sono state messe nel mirino dal decreto del luglio scorso sulla revisione di spesa: nonostante l’attacco delle norme, i «consumi intermedi» sono volati negli stanziamenti 2013 a quota 10,55 miliardi di euro, un livello superiore del 35,1% rispetto a quello fissato nella legge di bilancio 2012. Certo, all’atto pratico occorrerà “pulire” a consuntivo il dato sulla base dei pagamenti effettivi e sulle differenze di perimetro contabile, ma la tendenza è chiara.