Usa, crisi. Bernanke definisce ”frustrante” la crescita dell’economia

Pubblicato il 11 Febbraio 2012 - 14:01| Aggiornato il 14 Febbraio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente della Fed Ben Bernanke

WASHINGTON, STATI UNITI – Il presidente della Federal Reserve  Bank, Ben Bernanke, ha definito ”frustrante” la crescita dell’economia americana, giudicata ancora ”troppo lenta” ed esposta ai rischi della crisi in Europa. Senza contare un tasso di disoccupazione che – nonostante la recente inversione di tendenza – ”resta ben lontano dalla normalita”’.

Di qui l’appello al Congresso a ”non ostacolare inutilmente la ripresa” e a lavorare ad un piano di lungo termine che assicuri la sostenibilita’ dei conti pubblici: questa e’ la priorita’, ha detto Bernanke, sottolineando come la Fed ”prendera’ tutte le misure necessarie per proteggere il sistema finanziario ed economico americano” dal contagio europeo.

Bernanke – intervenuto nel corso di un’audizione al Senato – sostiene che ”abbiamo bisogno di un piano credibile e di lungo termine, e su questo mi appello al Congresso”, sottolineando come non siano state ancora intraprese quelle azioni necessarie per riportare il debito pubblico su un livello sostenibile: ”Per raggiungere una stabilita’ economica e finanziaria – ha quindi detto – e’ necessario stabilizzare il debito e preferibilmente ridurlo nel tempo”.

Solo questo potra’ garantire una crescita piu’ robusta e un drastico calo della disoccupazione. Il piano-Obama, le cui principali misure dovrebbero diventare legge prima delle elezioni presidenziali del prossimo 6 novembre, non dovrebbe presentare sorprese. Sul piano delle entrate fiscali – spiega il Wall Street Journal – il presidente proporra’ che circa 750 miliardi arrivino dalla fine delle agevolazioni fiscali dell’era Bush, quelle di cui finora hanno beneficiato le famiglie con un reddito superiore ai 250.000 dollari l’anno.

L’altra meta’ dovrebbe invece arrivare dalla cosiddetta ‘Buffet Rule’, secondo cui le famiglie che guadagnano oltre un milione di dollari l’anno non solo saranno private delle attuali deduzioni ma dovranno pagare almeno il 30% di tasse. Il piano Obama prevede anche la fine di tutta una serie di sgravi fiscali per le societa’ quotate, comprese le agevolazioni per le societa’ petrolifere e del settore dell’energia.

Tra i tagli di spesa anche 248 miliardi relativi al Medicare, il programma sanitario per i piu’ anziani, e 72 miliardi relativi al Medicaid, il programma per le persone disagiate. La fine delle guerre in Iraq e in Aghanistan nel piano del presidente dovrebbe portare a un risparmio di 750 miliardi.