Eni, utile 2012 per 21 miliardi, +15%: “Merito dei nuovi giacimenti”

Pubblicato il 7 Maggio 2012 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Scaroni (Foto LaPresse)

ROMA – Eni conclude il primo trimestre del 2012 con un utile operativo oltre i 21 miliardi, in crescita del 15 per cento. Un risultato, sottolinea Alberto Nosari su Affari e Finanza di Repubblica, ottenuto grazie alla produzione libica di oltre 140mila barili al giorno in più rispetto al 2011, alle nuove scoperte di giacimenti petroliferi e alla tenuta del prezzo del petrolio a 118 dollari, in crescita rispetto ai 111 dell’anno precedente.

L’utile netto è previsto intorno a otto miliardi, in crescita del 14,3 per cento, e il cash flow (ovvero la differenza tra entrate e uscite monetarie dell’azienda) sui 17 miliardi, in crescita del 18 per cento.

Ad Affari e Finanza l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, sottolinea l’intenzione del gruppo di puntare sui nuovi giacimenti, e nel consolidamento della “leadership nel mercato europeo del gas, un mercato oggi difficile ove però raccogliamo i frutti della rinegoziazione dei contratti di lungo termine, Gazprom in primis, mentre un contributo giungerà dalla nuova società di trading e shipping che opera a Londra, strumento fondamentale per operare in questi mercati volatili”.

Allo stesso tempo, sottolinea Scaroni, “Stiamo lavorando per contrastare le difficoltà nella raffinazione oltreché nello sviluppo dei nuovi impianti di chimica verde, grazie alla conversione di siti industriali poiché i progetti bio hanno un futuro e sono economicamente compatibili come dimostra Porto Torres, ove l’Irr è previsto intorno al 20 per cento. Ma procediamo con ordine ricordando che, come sottolinea Scaroni, «negli ultimi 4 anni abbiamo scoperto circa 4 miliardi di barili di olio equivalente, portando la nostra base risorse a 32 miliardi di barili”.

“I successi esplorativi hanno supportato la capacità di Eni di generare, sui nuovi progetti, ritorni sostenibili sotto quasi tutti gli scenari di prezzo del petrolio”. Ed entro il 2015 “aggiungeremo circa 700 mila barili di olio equivalente al giorno di nuova produzione, di cui l’80 per cento da giacimenti giant con plateau di produzione di lunga durata attraverso 60 nuovi start up”.

Considerate le risorse provenienti dai campi dello Yamal in Russia e dello Junin in Venezuela, dice Scaroni, “abbiamo una solida pipeline di progetti che ci condurrà ad un incremento della nostra produzione di almeno il 3% annuo fino al 2015 e abbiamo innalzato le prospettive di crescita nel lungo termine dal 2 al 3 per cento, soprattutto grazie alla scoperta del Mozambico, che ci offre una visibilità ad oltre il 2020 con i tassi di crescita indicati”.

Sul fronte del gas gli effetti positivi dovrebbero arrivare dalle “rinegoziazioni dei contratti con i libici, algerini e russi, mentre presto avvieremo i negoziati anche con Statoil e faremo leva sul migliore posizionamento per continuare a consolidare la nostra posizione di leader nella commercializzazione del gas in Europa”.