Obama e Aung San Suu Kyi, Breznev e Honecker, le atlete russe: baci fraintesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Agosto 2013 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA

MOSCA – Il bacio sulle labbra tra l’ex presidente russo Leonid Breznev e quello della Germania dell’Est Erich Honecker, l’abbraccio del capo di Stato americano Barack Obama alla dissidente birmana Aung San Suu Kyi, e ora il bacio sulla bocca tra le atlete russe Tatyana Firova e Kseniya Ryzhova. I gesti fraintesi di personaggi celebri sono molti. Spesso si verificano quando si incontrano persone di culture e Paesi diversi, come nel caso dell’abbraccio dell’attore hollywoodiano Richard Gere alla diva di Bollywood Shilpa Shetty, gesto giudicato “osceno” dagli induisti. Mentre gli occidentali sono abituati a ben altro…

Le atlete russe hanno dovuto spiegare in mondovisione che no, il loro bacio sulle labbra era solo un modo di festeggiare la vittoria ai Mondiali di Atletica di Mosca, non una presa di posizione contro la legge omofoba di Vladimir Putin.  Le autorità moscovite hanno tirato in ballo Leonid Breznev e i suoi baci sulle labbra della tradizione russa.

Ma le differenze si vedono anche in Paesi non troppo distanti culturalmente, come Stati Uniti e Regno Unito, ricorda Marco Del Corona sul Corriere della Sera. Come quando la first lady americana Michelle Obama mise le braccia attorno alle spalle della regina Elisabetta d’Inghilterra. 

Ricorda sempre Del Corona che, per esempio,

Il gesto altrimenti affettuoso di accarezzare la testa di un bambino è, nelle nazioni buddhiste, insopportabilmente offensivo, perché il capo è la parte più nobile del corpo umano; all’opposto, indicare qualcosa con i piedi o, in una pagoda, sedersi con i piedi rivolti verso l’altare è un’assoluta mancanza di riguardo. Nei mondi tibetani, da Lhasa al Bhutan, dal Nepal all’Himalaya indiano, indicare col dito una statua sacra è spesso vissuto come blasfemo.

E se un abitante di Pechino si solleva la maglia mostrando per strada l’ombelico e il ventre, lo fa per il bene del suo qi, l’energia vitale. Non chiamiamola cattiva educazione.