Pacco bomba alla Stampa, rivendicazione anarchica. Sassi contro auto giornale

Pubblicato il 12 Aprile 2013 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Il pacco bomba che due giorni fa è stato recapitato presso la redazione del quotidiano la Stampa sarebbe opera degli anarchici. Una lettera che rivendica l’attentato, firmata dal Fai/Fri, Federazione Anarchico Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale, è stata recapitata alla redazione del Secolo XIX. Secondo la procura il documento è attendibile. La busta e il foglio dattiloscritto sono state sequestrate dalla polizia Scientifica e dalla Digos.

Contemporaneamente, venerdì mattina a Torino, durante una manifestazione del Fai contro gli arresti di tre anarchici, un’auto della redazione con a bordo l’autista, un cronista e un fotografo è stata colpita da un lancio di sampietrini. Un gruppo di anarchici col volto coperto si è staccato dal corteo per colpire la Bravo del giornale: ferito lievemente solo l’autista al braccio.

La lettera di rivendicazione, riporta il Secolo XIX, contiene espliciti riferimenti all’agguato contro l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuto a Genova il 7 maggio 2012. Per quell’attentato, due persone sono state a suo tempo arrestate: Alfredo Cospito e Nicola Gai.  E a loro sarebbero dedicate sia la busta esplosiva recapitata a La Stampa, sia quella recapitata ad un’agenzia privata di investigazioni di Brescia. Seguono chiare minacce ai giornalisti che si sono occupati della vicenda e delle inchieste sui movimenti anarco-insurrezionalisti.
Il quotidiano torinese viene definito un ”noto fogliaccio, sempre in prima linea nell’avvalorare le ricostruzioni di carabinieri e polizia soprattutto quando si tratta di colpire individui attivi nella guerra allo Stato”.
Nella rivendicazione – riferisce il Secolo XIX – si annuncia la prosecuzione della campagna anarchica cominciata proprio con la gambizzazione di Adinolfi.
Il FAI, Federazione Anarchica Informale, nata nel 2003 dall’unione di quattro cellule insurrezionaliste (”F.A.I.-Solidarietà Internazionale”, ”F.A.I.-Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini”, ”F.A.I.-Brigata 20 luglio”, ”F.A.I.-Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle”), dal 2009 aveva rilanciato l’offensiva rivoluzionaria con gli attentati all’Università Bocconi di Milano e al CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Gradisca d’Isonzo (GO).

Ultimi, in ordine di tempo, i plichi esplosivi contro il direttore di Equitalia Roma, Marco Cuccagna (9 dicembre 2011), quello contro la Deutsche Bank di Francoforte (07 dicembre 2011) e l’Ambasciata greca di Parigi (12 dicembre 2011). Infine, il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi (7 maggio 2012), aveva segnato il salto di qualità, indicato da tempo nei proclami e nelle rivendicazioni degli attentati e nel dibattito interno tra le diverse componenti insurrezionaliste.

La pericolosità del FAI è rappresentata soprattutto dalla sua dimensione internazionale, grazie al collegamento ideologico ed operativo con altre realtà anarco-insurrezionaliste, in particolar modo greche, cilene e messicane; ma adesioni al nuovo cartello internazionale FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale sono giunte adesioni anche da Gran Bretagna, Russia, Indonesia e da tanti altri Paesi dove sono stati compiuti attentati con il logo FAI.