Papa Francesco abbraccia Abu Mazen: “Lei sia angelo della pace”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Maggio 2015 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL VATICANO – Venti minuti di colloquio “cordiale e caloroso” e un abbraccio: “Lei sia l’angelo della pace”. Con queste esatte parole Papa Francesco ha accolto il leader palestinese Abu Mazen in Vaticano, offrendogli in dono una medaglia: “E’ l’angelo della pace – gli ha spiegato – che distrugge lo spirito cattivo della guerra”.

“Come stai? Ti vedo ringiovanito”, lo ha salutato in arabo Abu Mazen che era già stato in Vaticano a ottobre 2013. Il leader palestinese ha poi offerto a Bergoglio una piccola cassa di madreperla contenente un rosario di legno d’ulivo e i reliquiari delle due nuove sante palestinesi, Mariam Baouardy e Marie Alphonsine Danil Ghattas.

I due hanno manifestato grande soddisfazione per l’accordo raggiunto tra Santa Sede e Palestina che agli occhi di molti osservatori costituisce un ulteriore riconoscimento da parte vaticana verso lo Stato di Palestina e che per questo aveva suscitato irritazione e delusione da parte di Israele.

Secondo quanto riportato nel Bollettino diffuso dalla sala stampa vaticana, nell’incontro tra Papa Francesco e il presidente palestinese Mahmoud Abbas,

“si è parlato del processo di pace con Israele, esprimendo l’auspicio che si possano riprendere i negoziati diretti tra le parti per trovare una soluzione giusta e duratura al conflitto. A tale scopo si è ribadito l’augurio che, con il sostegno della comunità internazionale, israeliani e palestinesi prendano con determinazione decisioni coraggiose a favore della pace. Infine, con riferimento ai conflitti che affliggono il Medio Oriente, nel riaffermare l’importanza di combattere il terrorismo, è stata sottolineata la necessità del dialogo interreligioso”

“Ci vediamo domani”, ha infine detto Abbas a Francesco. Il presidente palestinese parteciperà infatti domenica alla cerimonia di canonizzazione di due Beate palestinesi, per la quale ha ringraziato il Santo Padre.

Cristiani non lasciate la palestina”, si legge in un lungo comunicato del presidente Abu Mazen e pubblicato da Pnn, Palestine News Network, al termine dell’incontro. Nell’occasione della canonizzazione delle due suore di Terra Santa, scrive Abu Mazen:

“vogliamo esprimere apprezzamento ai nostri fratelli cristiani palestinesi per la loro fermezza e il contributo efficace fornito per costruire la nazione palestinese. Chiediamo ai cristiani palestinesi di restare con noi e godere dei diritti di piena cittadinanza, e affrontare con noi le difficoltà della vita fino a quando raggiungeremo la libertà, la sovranità e la dignità umana. Attraverso la verità e la giustizia possiamo decidere il nostro destino, e con le preghiere dei credenti sinceri e fedeli saranno realizzati tutti i nostri sforzi. La nostra Terra Santa è diventata un bastione della virtù per tutto il mondo, e siamo grati a Sua Santità Papa Francesco. La Palestina non è una terra di guerra; è piuttosto una terra di santità e virtù come Dio voleva che fosse”.

Parlando delle due nuove sante, il presidente evidenzia che suor Mariam Baouardy Haddad e suor Marie Alphonsine

“rappresentano una generazione di donne virtuose e pie che sono in grado di affrontare le sfide e trasmettere un messaggio speciale in particolare in Palestina e nei paesi arabi” confermando “la nostra determinazione a costruire una Palestina sovrana, indipendente e basata sui principi di parità di cittadinanza. Sono due figlie del nostro popolo che rappresentano una voce unica e potente che ci dice che il potere dello spirito è in noi e ci guida verso lo Stato e la sua capitale Gerusalemme. Una donna dal villaggio di Ibillin in Galilea, san Mariam Baouardy Haddad ci insegna che Dio è per gli oppressi perché era oppresso e ha affrontato difficoltà. Santa Marie Alphonsine Ghattas, che è sorta dal cuore di Gerusalemme, ci dice che la città di Gerusalemme rimarrà sempre la città di Dio e la città di giustizia e di pace per tutti i credenti di tutte le fedi”. E aggiunge: “Noi diciamo: Sulla base di questo fondamento spirituale, Gerusalemme sarà la nostra capitale, a Dio piacendo”.