Pena di morte, detenuto dell’Ohio chiede di non essere ucciso: è troppo grasso

Pubblicato il 19 Settembre 2012 - 18:29 OLTRE 6 MESI FA

(Foto Ap)

NEW YORK – Dopo aver tentato più volte di dimagrire per salvarsi la vita, un detenuto gravemente obeso ha invocato il fatto di essere un ‘peso massimo’ per scampare al lettino del boia: Ronald Post, un condannato a morte dell’Ohio, ha chiesto al giudice di fermare l’esecuzione perché il tentativo di ucciderlo con l’iniezione letale potrebbe trasformarsi in un processo lungo e difficile, con il rischio concreto di gravi sofferenze fisiche e psicologiche.

53 anni, condannato per aver ucciso una donna durante una rapina nel 1983, Post pesa 218 chili e ha allegato alla sua richiesta una dichiarazione di David Lubarsky, anestesista e professore dell’università di Miami, secondo cui “la sua singolare condizione fisica e medica” metterebbe la squadra responsabile dell’esecuzione di fronte a “gravi difficoltà”.
C’è il sostanziale rischio che “l’intero torso di Post non entri nel lettino” e che questo comunque possa crollare sotto il peso come è successo alle cyclette del carcere usate dal condannato nel tentativo di dimagrire, ha argomentato Lubarsky. Secondo l’anestesista di Miami, il detenuto ha “una incredibile quantità di grasso che circonda i muscoli e il sistema vascolare”: in passato i medici che lo hanno avuto in cura in prigione hanno fatto fatica a trovargli le vene.

Ci vorrebbero 16 ore di continue iniezioni e una “vagonata” di idromorfone (la sostanza usata in Ohio per l’iniezione letale) a continua disposizione per uccidere il condannato gravemente obeso. Secondo Rachel Troutman, la legale del detenuto, questo tipo di esecuzione contravverrebbe alla legge dello stato sulla pena di morte che prevede “una iniezione rapida e indolore”.

Post non è il primo prigioniero dell’Ohio che cerca di far valere il fatto di essere gravemente obeso per fermare la mano del boia: nel 2008 una corte di appello aveva respinto un simile ricorso di Richard Cooey, che pesava cento chili di meno. Cooey era stato messo a morte nell’ottobre di quell’anno, apparentemente senza i problemi temuti dai suoi legali. Un anno prima tuttavia, l’esecuzione di Christopher Newton, anche lui di stazza sopra il quintale, si era protratta per 90 minuti nel tentativo del boia di trovargli la vena.