Sottomarino russo spunta nell’Artico: avvistato da 2 ricercatori norvegesi FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Novembre 2014 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA

OSLO – Immaginate di essere tra i ghiacci dell’Artico a svolgere esperimenti scientifici e veder sbucare dal nulla un sottomarino. Questo è quello che è accaduto a due ricercatori norvegesi, Yngve Kristoffersen e Audun Tholfsen, che durante i loro esperimenti lo scorso 16 ottobre hanno avvistato un sottomarino spuntare tra i ghiacci. I due hanno scattato una foto e l’hanno pubblicata sul loro blog, segnalando anche le esatte coordinate.

Guardando l’immagine, spiega il Telegraph che l’ha pubblicata, si tratterebbe di un sottomarino russo Orenburg della classe Delta. Sottomarino apparso nei mari il giorno prima dell’avvistamento nell’arcipelago di Stoccolma, in SveziaSe dell’avvistamento in Svezia Mosca nega ogni responsabilità, di quello nell’Artico non sono arrivate né conferme né smentite.

Guido Olimpio sul Corriere della sera spiega che la sfida ai ghiacci artici continua, con la Russia che cerca di prendere il controllo:

“Gli esperti hanno cercato di identificare il sottomarino. Dopo aver esaminato con attenzione la foto hanno emesso il verdetto: è il russo Orenburg della classe Delta, un vecchio battello che la Marina utilizza per gli esperimenti. Una presenza in linea con la strategia di Mosca decisa a “marcare” questo spazio strategico. Il Ministero della Difesa ha appena annunciato la futura apertura di 10 stazioni radar e di 13 piste, con l’invio di militari e scienziati.

Poche settimane fa, una flottiglia composta da sei grandi unità ha intrapreso una missione nella regione, in attesa di ricostruire avamposti, come quello a Kotelny, in Nuova Siberia, una base chiusa negli anni ‘90. Entro la fine del 2017 il Cremlino conta di schierare due brigate che risponderanno agli ordini del Comando Nord. Militari da impiegare in un reticolo di postazioni indicate in modo preciso dal ministero della Difesa”.

E subito Usa, Canada e Norvegia sarebbero pronte alla contromossa:

“Oslo ha spesso mobilitato la sua nave per l’intelligence, la Marjata. Un’unità zeppa di apparati elettronici, in grado di monitorare anche le attività subacquee. A bordo 16 marinai ed una trentina di tecnici. I russi l’hanno ribattezzata “Masha” e, in questi anni, l’hanno tenuta d’occhio. Tra un paio d’anni i norvegesi contano di schierare la nuova Marjata. E’ stata costruita in Romania e successivamente trasferita in Norvegia per l’allestimento, con un passaggio attraverso il Bosforo che non è sfuggito agli appassionati di questioni navali.

Una “macchina” poderosa, assicurano gli analisti, che potrebbe essere integrata nel sistema di difesa statunitense. Giochi di spionaggio in acque gelide. Con incursioni e avvistamenti veri o presunti di battelli “nemici”. L’ultimo caso ha riguardato la Svezia che ha denunciato la violazione delle proprie acque territoriali da parte di un misterioso minisub, forse russo. Accusa respinta da Mosca”.