Libri, "The Voice", il Sinatra italiano di De Stefano

ROMA, 10 GIU – GILDO DE STEFANO: 'THE VOICE' (CONIGLIO; PP.260; 14,50 euro) Da Lercara Friddi, in Sicilia, agli esordi negli anni Trenta con gli Hoboken Four negli Stati Uniti, fino all'esibizione su MTV nel 1994 al fianco di Bono Vox. Ma, soprattutto, il lato italiano di Frank Sinatra, prima di essere il fenomeno vocale del Novecento, semplicemente The Voice.

Ed e' questo il titolo che Gildo De Stefano, musicologo e musicista egli stesso, ha dato al suo ultimo libro, dedicato appunto a Sinatra. Tra le centinaia di biografie poche sono quelle che hanno dato il giusto risalto alle origini italiane – o meglio, siciliane – di Frank Sinatra; ''nemmeno quella commissionata dalle figlie, Nancy e Tina, a Charles Pingione (White Star Edition), il portavoce dello stesso cantante'', come segnala lo stesso De Stefano. Il quale con Sinatra aveva gia' pubblicato una biografia, nel 1991, ma puntata sull'aspetto americano della vita dell'artista.

In questo lavoro, invece, pubblicato per la Coniglio editore, le ricerche cominciano proprio li', nel profondo sud italiano, da Lercara Friddi si estendono all'intero territorio della Trinacria, contattando gli ultimi eredi del grande 'crooner' americano.

Versante italiano non significa solo le origini ma anche il ritorno, l'ultima esibizione che l'artista tenne nella penisola, nel 1995, a Pompei, con tutto lo strascico giudiziario che si tiro' dietro. De Stefano ripercorre lo scandalo attingendo alla stampa quotidiana: a Napoli il sindaco Bassolino amministrava per la prima volta e il suo portavoce, Domenico Annunziata, fu arrestato per una vicenda di corruzione e un assessore aveva preteso ben 750 biglietti omaggio! Il promoter del concerto, Massimo Gallotta, infine fu costretto a spostare il concerto da Napoli a Pompei. Scelta felice, nel maestoso anfiteatro, dove gia' anni prima avevano suonato i Pink Floyd, a suggello del 78° Diamond Jubilee Tour, Sinatra saluto' simbolicamente l'Italia.

The Voice scandaglia oltre alle origini di Sinatra anche tutti i legami che questi ebbe con l'Italia fin dagli anni Cinquanta, quando all'aeroporto napoletano ebbe il fatidico incontro con Lucky Luciano. E da quel momento non si sarebbe piu' scrollato di dosso l'infamia di essere in rapporti con la mafia. Italia maledetta: tra Milano e Roma si accese anche (e forse continuo' a brillare nel tempo) il 'love affair' con Ava Gardner. Sara' stato questo amore a renderlo a volte sferzante con il pubblico italiano? De Stefano se lo chiede ma una risposta definitiva non c'e'.

Ancora, Italia significo' anche Mina, per la quale Sinatra ebbe quella che l'autore definisce una ''folgorazione artistica''. Del tutto condivisibile. Insomma, un legame di odio-amore con l'Italia, la patria delle origini ma anche una ferita mai del tutto rimarginata.

Il testo è arricchito da un corredo iconografico da collezione e da una biografia che si allarga fino a tratteggiare un intero periodo. D'altronde, dagli "slum" del New Jersey fino a Hollywood ed ai Kennedy, il passaggio dai democratici ai repubblicani, Sinatra a modo suo – ''My way'' – puo' essere scelto come uno dei rappresentanti del Novecento. Lui, lo ha sempre detto e cantato: ''Ho viaggiato su tutte le strade. Ho amato, ho riso e pianto. Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte. Ma più, molto più di questo, l'ho fatto alla mia maniera''.

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