Apple da record con iPad, arrivano le prime lamentele: “Si surriscalda”

Pubblicato il 20 Marzo 2012 - 14:08 OLTRE 6 MESI FA

iPad 3

ROMA – Le vendite dell’iPad 3 hanno raggiunto 3 milioni di pezzi solo nel week end di lancio. Un record per Apple che vale tre volte le vendite del primo iPad e che per la prima volta in 17 anni distribuirà un dividendo ai propri azionisti. A partire dal quarto trimestre dell’anno fiscale 2012, che si apre l’1 luglio, Cupertino pagherà 2,65 dollari per azione. La vendita record di iPad ha fatto volare i titoli Apple ai massimi di tutti i tempi a 604,82 dollari per azione dopo aver chiuso per la prima volta sopra i 600 dollari. Ma le prime lamentele sono giunte: sembra che il nuovo iPad si riscaldi troppo.

Il nuovo tablet della Apple utilizza il display Retina, che permette un’esperienza di livello superiore per qualità di definizione delle immagini e delle pagine da leggere. Ma la tecnologia del display consumerebbe troppa energia, portando iPad al surriscaldamento. Alcuni utenti sul web raccontano di aver riscontrato messaggi di errore e blocco del sistema a causa del calore. Sui loro tablet sarebbe apparsa la scritta: “IPad deve raffreddarsi prima di essere utilizzato ancora” Apple non ha né confermato né smentito la vicenda al momento, ma nell’eventualità che il problema esista può consolarsi con i ricavi in borsa e con le vendite record.

Il dividendo e il buy-back segnano l’avvio per Cupertino dell’era di Tim Cook che, in netta controtendenza rispetto a Steve Jobs, decide di premiare gli azionisti per la prima volta dal 1995. Una mossa che, insieme all’inatteso via libera a un piano di buy back da 10 miliardi di dollari, consente ad Apple di usare parte della sua imponente liquidità, ovvero 97,6 miliardi di dollari. Una cifra sufficiente – riporta il Wall Street Journal – a comprare, se volesse, colossi quali Netflix, Research in Motion, T-Mobile e Twitter. Ma anche per coprire l’intera initial public offering di Facebook , una banca (con la quale potrebbe rafforzare la sua Apple Bank a New York) o i Los Angeles Dodgers.

“Siamo positivi sul futuro della società. L’innovazione resta la nostra priorità. Queste decisioni non chiuderanno alcuna porta per noi” afferma Cook. E infatti anche se Apple spenderà circa 10 miliardi di dollari l’anno in dividendi, per un totale di 45 miliardi di dollari in tre anni inclusa l’esecuzione del buy back, la sua abbandonate liquidità non subirà particolari shock: dal 2011 al 2012 la liquidità di Apple è aumentata di 38 miliardi di dollari. Secondo le stime di Piper Jaffray anche se Apple ‘brucia’ 15 miliardi di dollari l’anno di liquidità in dividendi e riacquisto di azioni proprie, alla fine dell’esercizio fiscale 2013 avrà in cassa 180 miliardi di dollari.

Apple precisa di aver dovuto limitare il premio agli investitori (anche se Peter Oppenheimer, il chief financial officer, ammette: il dividendo di Apple “sarà uno dei maggiori distribuiti negli Stati Uniti”) per evitare di attingere alla liquidità fuori dai confini americani: se avesse deciso di voler ‘premiare’ con assegni più pesanti gli azionisti attingendo ai 65 miliardi di dollari esteri si sarebbe infatti trovata a una maggiore imposizione fiscale. Apple si è unità al coro delle società tecnologiche che hanno di recente chiesto al Tesoro americano un ‘tax holiday’ per rimpatriare fondi detenuti all’estero senza essere sottoposte a un’imposizione fiscale elevata come quella vigente, che scoraggia il rimpatrio. “Abbiamo espresso la nostra opinione al Congresso e all’amministrazione”: la politica di tassare i fondi oltreoceano – afferma Oppenheimer – è “un disincentivo economico”.