Concordia più Allegra, Costa affonda: meno prenotazioni, più perdite

Pubblicato il 10 Marzo 2012 - 14:01 OLTRE 6 MESI FA

Foto LaPresse

GENOVA – Prenotazioni dimezzate, calo in Borsa: la tragedia della Concordia al largo dell’Isola del Giglio ha avuto un effetto a dir poco negativo sulla Costa Crociere. Le disdette, assicurano da Carnival, adesso non superano il 40-50% delle prenotazioni (all’indomani dell’incidente Concordia si viaggiava sull’onde dell’80-90%).

Intanto però Carnival ha perso 139 milioni di dollari nel primo trimestre 2012. E le stime sono poco confortanti: perdita totale di 100 milioni di euro nell’intero 2012 (o, come si dice in gergo, “una variazione di 500 milioni rispetto alla stima sugli utili fatta in precedenza”). “Colpa” della Concordia, sicuramente, ma anche della Allegra, l’altra crociera naufragata al largo delle Seychelles. Micky Arison, ad di Carnival, ha assicurato che la Allegra sarà “demolita”.

Il Secolo XIX di Genova, che segue con un certo patema la vicenda, riferisce che Howard Frank, numero due del gruppo Carnival, cui è stata venduta la Costa Crociere, a sua volta armatrice della naufragata Costa Concordia, ha detto agli analisti finanziari a New York che quest’anno l’azienda basata a Genova perderà 100 milioni di dollari, con “una variazione di 500 milioni rispetto alle stime fatte in precedenza” a causa di un calo delle prenotazioni del 40 – 50 per cento.

Nonostante in numeri negativi, Arison mostra fiducia, almeno di facciata: “Abbiamo fiducia nel fatto che riusciremo a riguadagnare la fiducia nel marchio Costa e nella reputazione che squadra manageriale ha costruito e per la società che ha profonde radici in Italia”.

Sui 139 milioni di dollari di perdita, spiega da Carnival, pesano anche i 29 milioni legati al caso Concordia (in particolar modo le spese legali che l’azienda si è trovata a fronteggiare).

Questi i dati della perdita, riportati su La Stampa: Nel primo trimestre, Carnival ha riportato perdite per 18 centesimi per azione, dall’utile per 152 milioni di dollari, 19 centesimi per azione, dell’anno scorso. Escludendo le voci straordinarie l’utile è calato da 19 a 2 centesimi per azione. Il giro d’affari è però aumentato del 4,8% a 3,58 miliardi di dollari, mentre gli analisti attendevano perdite per 7 centesimi su un giro d’affari di 3,56 miliardi di dollari.