Riotta risponde a Travaglio: “Non si può essere giocatore e arbitro”

Pubblicato il 11 Maggio 2012 - 19:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’ex direttore del Tg1 Gianni Riotta scrive al Corriere della Sera in risposta all’editoriale di Marco Travaglio, andato in onda giovedì sera nel corso della puntata di Servizio Pubblico. Riotta rivendica di aver dato “ampia copertura a Beppe Grillo”. E ammonisce: “Non si può purtroppo essere giocatore e arbitro, non si può tirare fuori il cartellino rosso professionale contro chiunque non la pensi come noi”. Travaglio, secondo l’ex direttore, troppo spesso veste i panni del critico televisivo, accanendosi contro “il lavoro di tanti colleghi perbene”.

Ma procedendo con ordine: Riotta, come Travaglio, riporta pedissequamente la copertura giornalistica che il tg1 offrì agli ascoltatori in occasione del V Day di Beppe Grillo. Scrive Riotta:

Il Tg 1 presentò la manifestazione cosiddetta V Day in un servizio nell’edizione principale in prime time delle ore 20. Io stesso dedicai poi alla vicenda un mio editoriale, sempre in prime time. Chiedemmo a più riprese, tramite i colleghi David Sassoli, vicedirettore, e Bruno Luverà, inviato, un’intervista a Grillo, garantendogli pieno contraddittorio. Non ricevemmo mai risposta. Bruno Luverà girò quindi un lungo approfondimento per Tv 7 sulle manifestazioni di Grillo e, di nuovo, un suo servizio fu lanciato alle ore 20, edizioni principale prime time.Luverà fu costretto a filmare con una telecamerina perché il servizio d’ordine di Grillo aveva impedito l’ingresso alla sua troupe. Per la stessa ragione, il giorno del V Day, le immagini provenivano anche da operatori non del servizio pubblico”. Riotta poi cita i dati di share: ricordando che l’ascolto del Tg1 superava il 30% di audience, raggiungendo milioni di telespettatori e, dunque, “Davvero un bel lancio per Grillo”.

E ancora sulle espressioni di Attilio Romita, ridicolizzate dal giornalista di Servizio Pubblico, Riotta aggiunge:

Non saprei come commentare invece le «smorfie» che il giornalista attribuisce al conduttore del Tg 1 di quella sera, Attilio Romita: mi limito a ricordare che la stampa di destra sempre, volendo criticare i nostri servizi, attaccava la collega Maria Luisa Busi proprio per le «smorfie». È una accusa assurda, che nessuno può provare, ma serve a fare confusione. Difesi allora Maria Luisa, cui mi legano stima e affetto, anche in Commissione di Vigilanza Rai dagli attacchi diretti di un senatore di Forza Italia. Difendo oggi Attilio.