Fabri Fibra escluso dal concerto del primo maggio: “Canzoni misogine”

Pubblicato il 17 Aprile 2013 - 09:31| Aggiornato il 21 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Niente concerto del Primo Maggio per Fabri Fibra: diffonde messaggi sessisti e misogini, secondo gli organizzatori. I sindacati, ovvero chi ogni anno organizza il concerto a piazza San Giovanni, ha ritirato l’invito per il rapper dopo le proteste dell’associazione femminista Dire che solo pochi giorni fa aveva diffuso un comunicato di protesta ripreso dall’agenzia Ansa:

”Grave e inopportuna” la scelta di invitare al concertone del Primo Maggio a Roma il rapper Fabri Fibra: nei testi delle sue canzoni divulga ”messaggi sessisti, misogini, omofobi e canta l’apologia della violenza contro le donne”. La presa di posizione è di Dire, l’associazione nazionale dei centri contro la violenza alle donne che chiede ”ai sindacati di fare una scelta responsabile e di revocare l’invito nel rispetto delle donne e di tutte le vittime di violenza omofoba e di femminicidio”. In una lettera di Dire – diffusa a Firenze da Artemisia, centro che fa parte dell’associazione -, si fa riferimento alle canzoni ‘Su le mani’ dove ”alcuni passaggi esaltano la violenza con riferimenti a una dolorosissima vicenda che scosse l’Italia negli anni ’80 e che contò 16 vittime” (è citato Pacciani ndr), e ‘Venerdì 17’, in cui ”canta lo stupro e l’assassinio di una bambina di 12 anni ed esalta azioni violente contro le donne”.

”Qual è la motivazione di questa scelta dei sindacati? – si chiede Dire – E’ opportuno che si divulghino dei messaggi violenti in occasione del concerto del Primo Maggio, a cui assisteranno molti giovani e molte giovani, e che ancora una volta si faccia spettacolo con la violenza contro le donne?”. Dire ricorda che nel 2012 ”sono stati oltre cento i femminicidi” mentre ”le donne che si sono rivolte ai centri sono state 14mila: un dato che rappresenta solo la punta dell’iceberg di un fenomeno in gran parte sommerso e alimentato da una cultura attraversata da stereotipi sessisti, modelli di mascolinità prevaricanti e violenti, discriminazioni contro le donne”. ”La questione dell’inefficacia delle politiche di contrasto alla violenza contro le donne – rileva ancora -, anche in relazione alla mancanza di prevenzione tra i giovani e le giovani, è stata stigmatizzata nel 2012 da Rashida Manjoo, special rapporteur dell’Onu, che ha richiamato l’Italia ad una corretta applicazione della Cedaw”.

Ecco uno dei passaggi contestati, tratto dalla canzone “venerdì 17”:

Il fatto è che sto immaginando la faccia del tuo ragazzo dietro le sbarre come una testa di cazzo come quel tipo che è entrato in casa dei tuoi genitori con una bottiglia di vino e un mazzo di fiori andando col cappotto verso l’attaccapanni parlando con la tua sorellina di dodici anni che è stata ritrovata il giorno dopo nello sgabuzzino senza vestiti con un taglio nell’intestino e le budella nel cestino la sborra sul cuscino il sangue sul lavandino e cola sul tappetino