Sanremo, pagelle della quarta serata: Gino Paoli e De Andrè commuovono

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Febbraio 2014 - 02:10 OLTRE 6 MESI FA
Gino Paoli sul palco dell'Ariston (Foto Ansa)

Gino Paoli sul palco dell’Ariston (Foto Ansa)

SANREMO – Le pagelle del Festival di Sanremo. Quarta serata.

GINO PAOLI CON DANILO REA – 9 – Per questo ricordo della scuola genovese Gino Paoli è venuto all’Ariston con Danilo Rea, un fuoriclasse assoluto del pianoforte jazz e non solo. Rea è l’orchestra, Paoli l’interprete che scava l’essenza delle note e “Vedrai vedrai” di Tenco e “Il nostro concerto” di Umberto Bindi sono un incanto. “Il cielo in una stanza”, cantata con l’orchestra, chiude uno di quei momenti che nobilitano un festival.

PAOLO NUTINI – 7 – Nutini è uno dei personaggi più interessanti della nuova generazione, con la sua vocalità graffiante è nato per percorrere le strade del soul. A Sanremo ha cantato bene, chitarra e voce, “Caruso” (Dalla è il suo artista italiano preferito, gli altri nomi sono Celentano e i La Bionda), poi con la band “Candy” e il nuovo singolo “Scream”. Un mini set che ha dato una patina di rock soul alla serata.

PERTURBAZIONE CON VIOLANTE PLACIDO – La donna cannone – 5 – Affrontare un brano così è tutt’altro che facile ma se si rilegge un capolavoro con Violante Placido non si può dire che non se la siano andata a cercare.

FRANCESCO SARCINA CON RICCARDO SCAMARCIO – Diavolo in me – 7 – Francesco Sarcina ha scelto un brano adatto alla sua personalità che gli ha permesso anche di dare sfoggio delle sue doti di chitarrista. Bravo Riccardo Scamarcio alla batteria.

FRANKIE HI NRG CON FIORELLA MANNOIA – Boogie – 7 – Che bello sentire la musica di Paolo Conte al festival! D’altra parte questa serata è dichiaratamente pensata in linea con il Premio Tenco. L’orchestra finalmente è libera di swingare, Frankie recita i versi, la Mannoia come sempre fa l’interprete, i due ballano e trasmettono il loro divertimento.

NOEMI – La costruzione di un amore – 6 – Meriterebbe due voti in meno per il vestito stile tovaglia da pranzo del matrimonio. Un’interpretazione poco adatta a questo gioiello di Ivano Fossati, prima sulle ottave basse e poi a tutta voce. Poco pertinente.

FRANCESCO RENGA CON KEKKO DEI MODA’ – Un giorno credi – 6 – Un’interpretazione che è un tintinnar di ugole tra due interpreti che fanno della vocalità spinta il loro punto di forza.

RON – Cara – 7 – E’ una canzone difficilissima, una delle più intense del repertorio d’amore. Ron l’ha cantata con molto understatement, con il rispetto e l’emozione di chi rappresenta un pezzo di storia di Lucio Dalla.

ARISA CON I WOMADEWHO – Cuccurucucu – 6 – Arisa porta una ventata indie con gli Whomandewho, band danese. Il brano di Battiato scorre via lieve senza problemi e qualche sorriso.

RAPHAEL GUALAZZI & BLOODY BEETROOTS con TOMMY LEE – Nel blu dipinto di blu – 5 – Un numerino. Perfino Gualazzi è sembrato un po’ in minore, Sir Bob Cornelius Rifo sembra impegnato a mettere a rischio la sua credibilità di star della techno punk e il truce Tommy Lee, batterista dei Motley Crue specializzato in assoli a testa in giù (proprio così) era lì a fare il compitino.

CRISTIANO DE ANDRE’ – Verranno a chiederti del nostro amore – 7 – Un’esecuzione piano e voce molto intensa di uno dei capolavori di Fabrizio de André.

RENZO RUBINO CON SIMONA MOLINARI – Non arrossire – 7 – Il gioiello di Giorgio Gaber a tratti quasi tradito da un eccesso di vocalità ma i due si intendono e il pezzo è splendido.

GIUSY FERRERI CON ALESSIO BONI e ALESSANDRO HABER – Mare d’inverno – 5 – Alessio Boni recita il testo, Alessandro Haber canta con Giusy Ferreri ma l’emozione del brano di Ruggeri non arriva.

ANTONELLA RUGGIERO – Una miniera 6 – Bella l’idea di interpretare il classico dei New Trolls con un ensemble di tablets. Affascinante.

GIULIANO PALMA – I Say i’ sto cca’ – 6 – Giuliano Palma ha portato al festival la sua specialità: le cover ska di brani famosi. Divertente.

RICCARDO SINIGALLIA con MARINA REI, PAOLA TURCI LAURA ARZILLI – Ho visto anche degli zingari felici – 7 – Bello l’omaggio a più voci a Claudio Lolli, un autore rimasto sempre ai margini e che con questo brano ha toccato il suo apice.

DIODATO – Babilonia – 7 – Diodato è un talento, uno che ha fatto la gavetta tradizionale e conosce bene i suoni del rock contemporaneo e che canta con sicurezza. Ecco cosa vuol dire conciliare Sanremo con la contemporaneità.

ZIBBA – Senza di te – 6 – Orecchiabile con eleganza, molto cantautorale. Tra i Campioni avrebbe spopolato. Un applauso per il saluto al grande Francesco Di Giacomo.

ROCCO HUNT – Nu Juorno Buono – 7 – Un ragazzo di vent’anni che sa raccontare la realtà con la profondità di un narratore e i suoni dell’hip hop. Un talento su cui scommettono in molti, compresi quelli del suo ambiente.

THE NIRO – 1969 – 7 – E’ un po’ strano vedere tra le Nuove Proposte uno come The Niro che ha alle spalle diversi album e centinaia di concerti. Grande vocalità, il pezzo non è semplice ma è di qualità.