Azienda Ama…i sindacalisti. Promossi con patto segreto

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 22 Ottobre 2012 - 15:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sei sindacalista? Noi ti promuoviamo! Per avere un interlocutore più morbido? Assolutamente no, ma perché i rappresentanti sindacali “sono esposti al rischio di penalizzazione nello sviluppo della loro carriera in quanto al di fuori del contesto operativo aziendale”. Per questo, per non penalizzarli ingiustamente l’Ama, l’azienda che gestisce i rifiuti di Roma, ha siglato un accordo tenuto misteriosamente segreto con Cisl, Uil, Ugl e Fiadel. Un accordo che prevede un doppio scatto di livello, con conseguente aumento in busta paga, per i sindacalisti presenti in azienda.

Potrebbero i maligni pensare che lo scatto a velocità doppia, gli aumenti di stipendio e altre piccole condizioni di favore potrebbero configurare una sorta di “ammorbidimento” aziendale, un “massaggio e messaggio” ai sindacalisti. Una politica volta cioè a conquistare i sindacalisti, che per ruolo dovrebbero essere la controparte rispetto all’azienda nelle questioni che riguardano i lavoratori, in modo da renderli più morbidi, malleabili quando necessario. E potrebbero pensare che siglando l’accordo, i sindacati che l’hanno fatto, si sono lasciati tentare dalle sirene, si sono lasciati “comprare” tradendo quindi i colleghi che li hanno scelti. Potrebbero, ma è un pensiero maligno e, dall’Ama, fanno sapere che non è questo il motivo dell’accordo siglato con diverse sigle sindacali. Altre sono le ragioni. Volte soprattutto a non penalizzare i poveri sindacalisti che con spirito quasi caritatevole mettono a rischio la loro carriera, autoescludendosi dal contesto operativo, per mettersi al servizio della comunità.

Un’azienda modello quindi l’Ama. In un contesto dove naturalmente i padroni dovrebbero non amare troppo i sindacati e i loro rappresentanti i manager di Ama, che padroni non sono essendo l’azienda partecipata ma comunque ne vestono i panni, sono al contrario prodighi di attenzioni nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori. Un’azienda modello se non fosse per due piccoli dettagli: la segretezza dell’accordo e l’assenza della Cgil che, con ritardo, si è chiamata fuori e ha denunciato la pratica.

Potrà certamente la Cgil avere torto, nessuno lo mette in dubbio, ma se l’accordo è buono e frutto di una corretta gestione dei rapporti, come mai Ama e i sindacalisti in questione non solo non lo hanno pubblicizzato ma lo hanno anzi letteralmente chiuso in cassaforte rifiutandosi, sino all’ultimo, di renderlo pubblico? Tanta segretezza e reticenza lascia nascere il dubbio che le motivazioni di siffatto accordo non siano poi così nobili. Avranno forse avuto ragione i maligni?

Scrive il Corriere della Sera:

“Tornando alla contestatissima intesa sindacale, nella Direzione generale alla Montagnola, è andata in scena una situazione un po’ surreale: il consigliere Pdl e candidato sindaco alle primarie Fabrizio Santori, che aveva inviato due richieste ufficiali, si è presentato a brutto muso dal capo del personale: ‘Datemi gli atti dell’accordo, non potete negarli’.

Nell’ufficio al primo piano l’imbarazzo era palpabile. Passi (capo del personale Ama) ha contattato il direttore generale, Giovanna Anelli, per capire come muoversi. È stata chiesta al consigliere capitolino, che in qualche modo rappresentava la ‘proprietà’, una ‘pausa di riflessione’. Santori è stato invitato, con tutte le cortesie del caso vista l’anomalia del comportamento aziendale, a tornare 4 ore dopo. E così, nel pomeriggio, il testo si è materializzato. La premessa sostiene qualcosa che era già trapelato e ha mandato su tutte le furie moltissimi dipendenti dell’Ama, vale a dire che i rappresentanti sindacali ‘sono esposti al rischio di penalizzazione nello sviluppo della loro carriera in quanto al di fuori del contesto operativo aziendale’.

Alla luce di ciò l’Ama spa e le 4 sigle (la Cgil non ha firmato e si è schierata pubblicamente contro l’intesa solo dopo che il Corriere ne aveva parlato) hanno pattuito ‘una progressione di due livelli di inquadramento a decorrere dal 1° agosto 2012’ per gli 11 dirigenti. E non basta: in futuro l’azienda ‘attribuirà un livello superiore nel limite della progressione di un solo dirigente per organizzazione’, a condizione che sia ‘in distacco o permesso sindacale da almeno 4 anni’. In caso di parità di ‘anzianità’, sarà lo stesso sindacato a decidere chi far promuovere“.

I fatti, i termini dell’accordo, almeno in azienda erano noti da tempo. Come noti erano i nomi degli undici dirigenti sindacalisti che già avevano beneficiato del doppio scatto. Nomi affissi nelle bacheche di molte sedi della municipalizzata dove, tra l’altro, circolano anche voci di assunzioni “amiche” fatte alla Multiservizi. Assunzioni di persone vicine ad Alessandro Bonfigli, segretario Fit-Cisl nonché presidente del Cral aziendale passato con l’accordo in questione dal 6 all’8 livello, fatte dalla società controllata di cui è presidente dal novembre 2011 Franco Panzironi, l’ex Ad di Ama indagato per gli appalti pubblici sospetti e parentopoli.

“Questa vicenda – ha commentato Sartori – certifica due cose: che in Ama esiste una casta dei sindacati che mortifica il lavoro dei tantissimi dipendenti ai quali da anni sono negati concorsi interni; e che le promozioni avvengono solo a favore di capi e delegati sindacali”. Il consigliere Pdl ha poi chiamato in causa anche il sindaco Gianni Alemanno, già toccato dalle ombre della parentopoli romana: “Sarebbe giusto che anche il sindaco Alemanno chiedesse l’immediato ritiro dell’accordo”. Da parte del sindaco, almeno per ora, nessuna notizia.