Balotelli: “Io simbolo no camorra? Lo dite voi!” Per chi twitta, lui a chi dice?

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA
Foto Lapresse

Foto Lapresse

ROMA – “A chi twitta Mario Balotelli?”, si domanda Marco Ansaldo su La Stampa di oggi. Interrogativo che nasce dall’ultimo tweet di Supermario: “Io simbolo anticamorra? Questo lo dite voi”. L’attaccante del Milan e della Nazionale ha affidato questo suo pensiero alla rete in risposta ad un titolo della Gazzetta dello Sport, insieme ad altri in cui parlava della sua relazione con Fanny.

Ma perché, se vuoi parlare della tua ragazza,  dirlo e ridirlo con frasi che sembrano quasi in codice ad un milione e mezzo di followers invece che alla diretta interessata ? E perché star lì a precisare che a Napoli lui Balotelli ci va solo perché “giocare a pallone è bello” e non per altro, l’altro, il “simbolo anti camorra” appunto “lo dite voi”. Dove sta “voi” sta per non io, io no. Perché tanta premura di precisazione? C’è qualcosa o qualcuno a Napoli che Balotelli vuole assopire, tranquliizare prima di metterci piede? La sensazione che il messaggio di Balotelli via tweet abbia dei destinatari, forse infondata, resta però evidente.

Che Balotelli non abbia voglia, né la capacità, di essere testimonial della lotta alla criminalità organizzata ci può stare. Non è obbligatorio e lui, in fondo, è un ragazzo di soli 23 anni che, miliardi a parte, di problemi ne ha di suoi. Il suo nervosismo in campo, le sue intemperanze, le sue dichiarazioni e le telecamere rotte ne sono la prova.

Non tutti debbono essere Saviano e l’impegno civile non lo prescrive il dottore né fa parte del corredo  delle scuole-calcio. Un ragazzo, per ignoranza, paura o semplice menefreghismo, può anche decidere di non volere entrare in simili questioni. Potrebbe deludere ma non certo stupire una scelta di questo tipo se fosse fatta privatamente. La dimensione pubblica che Mario da alla questione affidandola a tweet pone però degli interrogativi, dei dubbi. Come per esempio che la comunicazione non sia privata perché a qualcuno indirizzata.

Poniamo ad esempio il caso dei tweet in cui Supermario afferma il suo amore per la fidanzata e promette tempesta a chi tra questo si dovesse frapporre. Come chiede Ansaldo, non sarebbe più semplice ed efficace una telefonata alla diretta interessata? Certo che sì. Ma se il messaggio invece che per Fanny fosse per qualcun altro, magari un “rivale”? In questo caso il tweet pubblico prenderebbe il classico sapore “del parlare a nuora perché suocera intenda”.

Ma se della relazione tra Balotelli e Fanny solo il gossip s’interessa, più delicata diviene la questione quando il tema è quello della camorra. Perché semplicemente non ignorare, magari con una smorfia, il titolo della Gazzetta? “Mario dovrebbe contare fino a mille prima di parlare ma a due si è già annoiato”, commenta un compagno di squadra. Speriamo. Ma se invece il tweet fosse indirizzato a qualcuno? La sensazione che possa il messaggio esser frutto magari di paura, avere il sapore di un “io non c’entro niente, simbolo anti camorra non è una mia idea”, è un riflesso quasi naturale. Somiglia, e molto, il messaggio ad una giustificazione.

Per una volta, per questa volta tutti, dirigenti azzurri compresi, ci auguriamo che l’uscita, l’ennesima improvvida, di Balotelli sia frutto e prodotto di quella che si definisce “una testa calda”. Sia frutto di una leggerezza, della al limite eccessiva impulsività dell’attaccante. Perché se all’interrogativo di Ansaldo dovesse seguire una risposta, sarebbe persino peggio di una semplice stupidità.