Comprare al tempo della crisi: nove milioni lo fanno in gruppo sul web

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 25 Novembre 2011 - 16:02 OLTRE 6 MESI FA

grouponROMA –L’Istat annuncia: diminuiscono le vendite al dettaglio, la gente compra sempre meno nei negozi. L’altra faccia della medaglia: nove milioni di italiani usano i gruppi d’acquisto on line, ultimo fenomeno, almeno in Italia, nato dal web. L’unione fa la forza, si dice, e i consumatori italiani, che non si sono mai sentiti troppi forti, hanno scoperto, mutuando come sempre avviene in questi casi dall’esperienza statunitense, l’utilità e la forza dei gruppi d’acquisto.

Gruppi di utenti cioè, riuniti grazie a siti ad hoc per lo più, ma anche auto organizzati, che proprio grazie alla loro forza numerica, riescono a comprare a prezzi vantaggiosissimi un po’ di tutto: dal phon alla vacanza in montagna, dal week end alle terme alle cure dentistiche, dal telefonino nuovo alla cena romantica. Un universo di occasioni, a prezzi veramente stracciati, che in ogni epoca avrebbe solleticato il palato dei consumatori, ma che in tempo di crisi gode persino di un valore aggiunto. Tutto perfetto? No di certo, la perfezione non è di questa terra. Truffe più o meno gravi, malfunzionamenti ed imperfezioni ci sono anche nel sistema dei gruppi d’acquisto, ma in misura accettabile secondo chi li ha provati.

Tutto ebbe inizio negli Stati Uniti, dove il fenomeno gruppi d’acquisto è già datato. Fenomeno nato in buona parte grazie ad internet ed infatti, i colossi della rete, si stanno organizzando. Facebook ha già lanciato Deals, la sua applicazione dedicata. E anche Google starebbe mettendo a punto il suo sbarco in questa fetta di mercato. Leader indiscusso però del settore, almeno per il momento, è Groupon, nato nel 2008. In soli 16 mesi il sito ha visto lievitare il suo valore sino ad oltre un miliardo di dollari e, tra il 2009 e il 2010, registrare 35 milioni di utenti. Leader ma non monopolista Groupon, siti che offrono lo stesso servizio ce ne sono per tutti i gusti: Groupalia, Glamoo, PoinX, Tuangon e via dicendo.

In Italia però, dato inaspettato, i gruppi d’acquisto, naturalmente in forme mignon, esistevano già prima di internet. E ne sanno qualcosa i genitori milanesi che si erano coalizzati ed organizzati per andare a comprare, oltreconfine, grandi quantità di beni per bambini come pannolini od omogeneizzati, ottenendo così prezzi migliori. Ma questa è la preistoria. Oggi sono milioni gli italiani registrati su siti come Groupon, e si stima che almeno uno su tre abbia fatto almeno un acquisto. Dati, sia quello degli iscritti, sia quello dei compratori, che sono quasi naturalmente destinati ad aumentare, vuoi perché il fenomeno è in piena fase espansiva, vuoi perché, paradossalmente, la crisi è un volano per prodotti di questo genere. Il low cost, l’affare, divengono sempre più una meta appetibile, sia per chi compra che per chi vende.

Perché i consumatori cerchino il miglior prezzo e le offerte non ha bisogno di esser spiegato. Ma perché commercianti, aziende e venditori di servizi in genere propongano i loro prodotti a prezzi stracciati merita qualche parola. In primis è un’enorme pubblicità: tutti i siti che offrono questo servizio ogni giorno contattano milioni di iscritti via mail, annunciando l’offerta del giorno, e questa è pubblicità. In tempo di crisi poi, la mole di vendite generata da questo sistema, seppur a prezzi ribassati, fa gola a molte aziende che altrimenti di clienti ne vedrebbero pochini. La somma di queste due ragioni spiega perché ogni giorno aumentino le offerte.

Ma non può esser tutto oro quello che luccica, e macchioline esistono anche in questo mondo apparentemente perfetto. I siti propongono ogni giorno decine, se non centinaia di offerte. Comprare è semplice e a buon mercato, ma non sempre quello che si compra on line corrisponde a quello che si riceve. Nella maggior parte dei casi il bene acquistato ad onor del vero corrisponde a quello visto via pc. Ma esistono casi in cui l’albergo si rivela meno bello di quello visto in foto, o che il centro benessere dove si sono prenotati i massaggi ponga dei paletti in termini di tempo. Problemi, malfunzionamenti di cui i siti non sono mai responsabili ma anzi vittime come i clienti. In caso di “sole” i responsabili sono sempre i venditori, a volte per vera e propria malafede e a volte perché hanno sottovalutato il numero di clienti che poteva presentarsi alla loro porta.