Quando Fiorito Batman e Federale tirava le monetine a Craxi

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 26 Settembre 2012 - 15:27 OLTRE 6 MESI FA
Franco Fiorito

ROMA – Dalla piazzetta di fronte l’hotel Raphael ai tavoli di Pasqualino al Colosseo. Si può riassumere così la parabola politica e umana del Batman de ‘noantri. Quel Franco Fiorito che con i soldi pubblici avrebbe comprato Suv e case abusive è lo stesso uomo che poco meno di venti anni, da militante del Msi, fa manifestava contro il “magna-magna” della politica. Era insomma un soldato della guerra alla “partitocrazia” come l’aveva a suo tempo battezzata il neo fascismo di Giorgio Almirante.

Sembra incredibile, è grottesco, ma lo conferma lo stesso interessato: “Sì è vero, nel ’93 a tirare le monetine a Bettino Craxi c’ero anche io”. E poi, viene da chiedersi, cosa è successo? A vent’anni di distanza scopriamo che quelle monetine, forse, Franco Fiorito non le tirava per protesta, ma nella speranza che come dei semi mettessero radici e crescessero per dar vita ad alberi di cui lui avrebbe colto i frutti. Dirà un tg, quello de La7: “Ieri le lanciava, oggi le raccoglie”.

Correva l’anno 1993 e Franco Fiorito era una ragazzo che militava nelle fila del Fronte della Gioventù e nell’Msi. Alleanza Nazionale e il Pdl erano ancora lontani da venire. Il partito del Cavaliere era all’epoca in fase di gestazione e la svolta di Fiuggi non sarebbe arrivata che un paio d’anni dopo. Fiorito e i suoi amici, all’epoca, venivano definiti fascisti dalla stampa e lo rivendicavano come un vanto. Loro, come molti coetanei di diverse idee politiche, nell’aprile del ’93 si ritrovarono uniti nel desiderio di voler mandare a casa quella che fu poi definita la Prima Repubblica. Desiderio nato dalla dilagante corruzione che Mani Pulite aveva svelato, desiderio che si era trasformato in sdegno e persino schifo e desiderio che aveva messo, sulle spalle di Fiorito e di molti altri, la maglietta con lo slogan “Arrendetevi, siete circondati”. Intimazione rivolta al Parlamento, ricorda qualcosa di molto trendy e attuale questa scena di un paio di decenni fa?

Animato allora, vogliamo e dobbiamo concederlo, da un qualche impeto di passione civile e da un desiderio di onestà e trasparenza Fiorito era tra quelli che circondarono la Camera dei Deputati bloccandone l’accesso. Ed era tra quelli che, lo stesso giorno, si ritrovarono fuori dallo storico hotel Raphael di Roma ad aspettare Bettino Craxi. Ed era Fiorito anche tra quelli che all’allora segretario del Psi tirarono le ormai famose monetine. Fu parte quindi, er Batman, di quella che è diventata per molti versi la protesta simbolo dell’Italia contro la politica corrotta. Visse quei giorni e partecipò alla storia del nostro Paese perché, quel periodo, a buon titolo ha caratterizzato e cambiato la storia dell’Italia.

Da allora sono passati vent’anni circa e dalla piazza Fiorito è approdato alla Pisana passando per la poltrona di sindaco di Anagni. Ne ha fatta di strada quel ragazzo, da giovane attivista a maturo esponente di quello che sino a poco tempo fa era il più importante schieramento politico italiano. Non ancora parlamentare, lo sarebbe probabilmente diventato il Fiorito se non fosse incappato “nell’incidente” della Pisana. Una strada lunga che, dalle lire del Raphael lo ha portato sino agli euro della Regione Lazio ma una strada fatta, comunque, di monete. Da quelle tirate a quelle incassate.

La morale della storiella? C’è, eccome se c’è: il tutti a casa e il tutti in galera ha sempre portato e sempre porterà al massimo a un cambio della guardia di quelli che vanno poi mandati a casa e in galera. In fondo solo a questo serve, nel caso in specie con un netto, indicibile peggioramento della qualità di chi prende il posto di quelli di prima. La prossima volta andrà meglio? Chi di speranza campa, disperato muore. La politica buon e onesta è pinta che cresce solo se non la inondi di soldi pubblici.