Coronavirus Papa Francesco dopo Arcuri in tv: messa funebre o speranza? Coronavirus Papa Francesco dopo Arcuri in tv: messa funebre o speranza?

Coronavirus, fortuna che in tv dopo Arcuri viene il Papa, Messa funebre o speranza?

Coronavirus, un altro giorno è passato. Mi sistemo sul divano in attesa del bollettino quotidiano di guerra. Morti, feriti, contagiati. Il picco che neanche oggi arriva, che anche oggi è rimandato. Ascolto il commissario onnipotente Arcuri. Insomma così così. Poteva andare peggio. Accontentiamoci.

Una ditata sul telecomando mi porta nella piazza san Pietro deserta e bagnata dalla pioggia. E’ l’immagine della disperazione. Neanche un essere umano, come se l’umanità fosse sparita, inghiottita in un vuoto tragico.

La telecamera vira su un baldacchino, quello che accompagna il Santissimo nei giorni solenni di preghiera cristiana. Il giorno della Pentecoste, del Veni Creator, Spiritus…

Papa Francesco celebra l’Eucarestia assistito da quattro preti fra di loro a distanza di sicurezza. Troneggia sull’altare l’ostensorio delle feste solenni, del Natale del Cristo, della Resurrezione, del Corpus Domini…

Sembra la messa funebre alle migliaia di vittime andate all’altro mondo senza sacramenti, seppellite senza benedizione. La telecamera si ferma Crocifisso dei miracoli, quello che salvò Roma dalla peste di quattro secoli fa. Il Papa lo ha fatto portare dalla chiesa di San Marcello al Corso in piazza san Pietro.

E’ uno spettacolo di tragedia e di speranza. Verrebbe da dire che è un salto indietro nei secoli bui, quando i miracoli sostituivano la ragione e la scienza. Verrebbe da dire che si tratta da un ritorno alla superstizione. Verrebbe anche a me.

Poi mi guardo dentro e capisco che così non è. Non lo è per chi crede e non lo è per chi non crede, ma ha bisogno di aggrapparsi a una speranza invisibile. A un Dio che non c’è o forse c’è. Il vecchio Pontefice sembra una Mater dolorosa, quella che nell’iconografia religiosa piange per suo figlio Gesù levando gli occhi alla croce, quella che in cuor suo invoca il Padre misericordioso.

Non è questione di fede neanche questa volta, come nella chiesa deserta del Sacro Cuore di Pescara. Il Papa gesuita, vecchio e malfermo sulle gambe, sembra Abramo al cospetto del Padreterno che ferma il sacrificio di suo figlio Isacco. 

Non è questione di fede, ma la speranza ci riguarda tutti.
 

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