Berlusconi: mani su Raitre via contratto di servizio

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 7 Novembre 2009 - 10:27| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Giulietti

Giuseppe Giulietti

Berlusconi avrà ed ha tanti difetti, ma quando si occupa di tv e dintorni è davvero il primo della classe, nel bene e nel male. Quello che annuncia fa, non altrettanto si può invece dire dei suoi oppositori, me compreso ovviamente, che non sono mai riusciti a portare a casa uno straccio di legge né sul conflitto di interessi, né sulle norme anti trust e neppure sulla fonte di nomina del consiglio di Amministrazione della Rai. Così, senza colpo ferire, il Cavaliere si appresta a realizzare un cappotto prendendosi il controllo dell’intero polo Raiset.

Qualche mese fa aveva annunciato l’intenzione di prendersi tutte le principlai piazze mediatiche ed infatti ha già piazzato gli uomini chiave nelle postazioni chiave, quelle dove si controllano i palinsesti e le risorse. La prossima settimana chiuderà il cerchio mettendo alla testa della Sipra un suo fedelissimo: l’ex deputato Antonio Martusciello. In questo modo Publitalia e Sipra daranno vita al polo unico della raccolta pubblicitaria, con tutte le immaginabili conseguenze sull’intero mercato, carta stampata compresa.

Antonio Martusciello. Non si può dire che Berlusconi non lo sostenga

Antonio Martusciello. Non si può dire che Berlusconi non lo sostenga

Nel frattempo tutti noi inseguiamo l’ultima agenzia di Vespa o le finte polemiche su questa o quella nomina di seconda fascia. Tra una invettiva e l’altra Berlusconi ha già ripulito il banco.

Nelle prossime ore, assistito dal direttore generale, il fedelissimo Mauro Masi, si dedicherà all’obiettivo finale il controllo e lo stravolgimento del palinsesto di Raitre.

Contrariamente a quello che si potrebbe sospettare, il presidente editore non è interessato tanto al nome del futuro direttore quanto alla devastazione sostanziale della autonomia ideativa, editoriale e produttiva della rete.

Da grande conoscitore della tv, Berlusconi non sopporta che possa esistere una rete riottosa al suo comando e capace di creare opinione attraverso una serie di appuntamenti seriali, che si protraggono nel tempo e che si fondano sul recupero della memoria, sul libero esercizio della satira e della critica, sulla apertura a temi, questioni, protagonisti che, altrove, sono stati letteralmente cancellati.

Da qui i ripetuti e non casuali attacchi nominativi a Fabio Fazio, a Milena Gabanelli, a Lucarelli, a Bertolino, a Serena Dandini, a programmi quali Blob o Ballarò o Presa diretta, promossi con grande successo di critica e di pubblico dalla rete guidata con grande equilibrio e con grande rigore professionale da Paolo Ruffini, giornalista universalmente stimato per la sua moderazione e per la sua allergia ad ogni forma di estremismo.

Sin dal primo momento Berlusconi e i suoi fedelissimi hanno chiesto non solo e non tanto la decapitazione professionale di Ruffini, quanto la decapitazione di questo patrimonio professionale.

Sino ad oggi non ci sono riusciti, ma ci proveranno e contano di riuscirci entro la prossima settimana.

Per essere sicuri di non avere brutte sorprese stanno tentando di predefinire, fuori dalle stanze della Rai, il nuovo palinsesto. Come? Attraverso il contratto di servizio attualmente all’esame del ministero competente. Non casualmente nella bozza già predisposta torna l’obbligo per la concessionaria di regionalizzare o di accentuare la regionalizzazione di una rete. Quale? Raitre, naturalmente…

In questo modo sarà possibile tirare il guinzaglio al nuovo direttore, interferire sulle sue scelte, spezzare la programmazione, rendere obbligatorio quanto dovrebbe derivare da una ordinaria scelta aziendale e da un confronto tra i responsabili delle diverse strutture.

In questo modo il prossimo direttore, a prescindere dalla improbabile riconferma di Ruffini, sarà messo preventivamente sotto tutela e dovrà pagare pegno facendosi rifilare qualche ospite eccellente da piazzare nelle prime serate di Raitre, magari qualche vecchio arnese che non disturbi troppo nè i sonni del presidente furioso nè i precari ascolti delle sue reti.

Fantapolitica? Gossip antiberliusconiano di maniera? Staremo a vedere, basterà aspettare qualche giorno persapere come andrà a finire l’ultimo assalto alla diligenza.

Se dovesse andare a finire bene per Berlusconi avrà colto due obiettivi: mettere sotto tutela l’ultima piazza mediatica sfuggita al suo controllo e aver messo ginocchio una rete che cresceva troppo negli ascolti.

Quello che non ha fatto il centro sinistra lo sta facendo Berlusconi: il conflitto di interessi, infatti, sta per diventare un ricordo: tutti gli interessi in contrasto con il suo saranno eliminati per decreto e, se non bastasse, si potrà sempre ricorrere ad un contratto di servizio, non sarà servizio pubblico, ma più al servizio di così proprio non si può.