Primarie Pd: l’anti-Vincenzi Marco Doria sarà il Pisapia di Genova?

di Franco Manzitti
Pubblicato il 28 Settembre 2011 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA

Una veduta di Genova (Lapresse)

GENOVA – Si chiama Marco Doria e qualcuno lo ha già battezzato “Il Transatlantico”, alludendo al suo nome e al fatto che è entrato di forza nel mare in tempesta delle prossime elezioni politiche genovesi.

Marco Doria, nuovo concorrente della competizione che, soprattutto sul fronte dominante del centro sinistra, lacera la Superba, Genova per stare ai tempi attuali e non ai suoi, è un algido e duro professore di storia dell’Economia all’Università ed è un discendente di Andrea Doria ( o D’Oria con l’accento, secondo una disputa che lacera storiografia e ortografia genovesi da decenni), il grande mito di questa città, l’ammiraglio, il Principe per definizione dell’epoca d’oro nella quale la Superba dominava il mondo dal mare della sua Repubblica.

Che dominasse davvero è poi materia di opinione, di autoillusione tipicamente italiana e di orgoglio paesano, perché a dominare il mondo ci pensavano gli spagnoli, gli inglesi e i francesi al cui servizio serpeggiando Genova si era comunque aggiudicata la sua fetta di commerci che l’avevano fatta, questo sì, considerevolmente ricca. Ma tra Genova e Londra, a parte la pretesa dei genovesi di sentirsi inglesi, la distanza anche allora era siderale.

Il Doria di oggi, figlio di Giorgio Doria, passato alla storia come “il marchese rosso” per la sua appartenenza al Pci anni Sessanta, Settanta, Ottanta, ex vicesindaco della prima giunta rossa, scomparso nel 1998, dopo una vita tutta d’un pezzo con quel cognome mitologico e con le sue idee comuniste e la sua coerenza immutabile, Marco Doria, appunto, ha lanciato la sua sfida, candidandosi alle prossime primarie del centro sinistra contro le già registrate candidate del Pd, Marta Vincenzi, sindaco uscente e Roberta Pinotti, senatrice e cinquantenne molto rampante a Genova e a Roma, subito in sprint polemico tra di loro.

Il “transatlantico Doria” (che richiama quella splendida nave della flotta Italia, Andrea Doria, colata a picco il 26 luglio 1956 dopo essere stata speronata dal rompighiaccio svedeSe Stockholm, davanti all’isola di Nantuket, al largo della costa Americana) batte una bandiera indipendente, ma il professor bis bis bis bis nipote del Principe, ha un passato Fgci, quando frequentava (non a caso) il liceo Doria e un ruolo Pci da giovanissimo e giovane consigliere di circoscrizione e poi consigliere comunale pre era Tangentopoli.

Oggi non è iscritto a nulla, ma sono chiare le sue vicinanze al Sel e a una parte dura e pura del Pd, quella di sinistra che lotta contro la Casta e i privilegi anche a sinistra della politica, sopratutto in una città dove la cultura del potere si è ossificata proprio in quella parte per la lunga pratica di governo cittadino, comunale, provinciale, regionale, portuale, cooperativistico, con tutte le sue belle ramificazioni.

Il transatlantico è arrivato nel clima della contesa interna alla sinistra, dopo che clamorosamente la sindaco uscente Marta Vincenzi, Supermarta, non era stata riconfermata per la candidatura al secondo mandato, rispondendo a un appello i cui firmatari sono già molto significativi per sottolineare lo spirito dell’operazione.