Regionali Liguria big bang. Regge Paita tra Grillo, Lega, FI, sinistra in polvere?

di Franco Manzitti
Pubblicato il 11 Marzo 2015 - 07:34| Aggiornato il 9 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Don Baget Bozzo era certo un prete affascinato dalla politica fino a mettere sul suo altare prima Bettino Craxi e poi Silvio Berlusconi, anche se sempre sotto la statua della sua adorata Madonna. Aveva infranto le regole, candidandosi e facendosi eleggere eurodeputato socialista e meritandosi, quindi, la sospensione a divinis, comminata da suo “padre”, Giuseppe Siri. Ma la sua capacità comunicativa, la sua forza intellettuale, quella che lo aveva fatto definire dal cardinale Siri “simile all’altoparlante della biblioteca di Lipsia”, come dire che era un pozzo di cultura, meritavano una attenzione molto larga anche da chi ne censurava la partigianeria politica e il suo amore per Genova e le sue profezioni, ahimè tutte avverate, sul suo declino avevano una profondità sicuramente sottovalutata e intrisa della sua convinzione di prete.

Don Farinella, invece, fa spesso solo l’agit prop e sfogliando la margherita dei candidati possibili per una Altra Sinistra, si è proclamato il confessore non dei peccatori della città in senso largo, ma proprio di questa sinistra. Ha individuato alla fine un candidato nella figura rispettabilissima di Giorgio Pagano, un efficientissimo ex sindaco di la Spezia, da lui veramente salvata e rilanciata tra il 1996 e il 2006, curiosamente il capo della allora giovanissima Paita, che ne era allora capogabinetto in Comune. Pagano, rara figura di chi se ne era uscito dalla politica, rifiutando poltrone e strapuntini per denunciare la massificazione del suo Pd e la relativa trasformazione in Partito Unico della Nazione, aveva preferito dedicarsi al volontariato e osservare la politica molto dal basso, la povertà, la sofferenza, i disagi mondiali a partire dalla Palestina.

Forse Farinella ha avuto almeno un’ispirazione superiore, nel convincerlo a accettare la possibile candidatura alla testa della Altra sinistra, quella non paitiana, ma anche qui non aveva calcolato quel Big bang che squassa tutto. E, infatti, Pagano ha dovuto mettersi al telaio di una ricucitura per cucire insieme un mondo complesso, che sta dentro al Pd anti Paita e alla sua sinistra e al mondo perfino moderato che non vuole sentire della Paita, seppure spinta dalle lobby territoriali e da quelle del clan Burlando.

La logica del Big bang ha subito cercato di sparare nel cosmo anche il volenteroso Pagano: Sel lo ha accettato ma la Rete a Sinistra, costellazione della galassia che gravitava nello spazio indefinito in attesa di buchi neri elettorali, ha rivendicato la possibilità di indicare un altro candidato oltre a lui. Ed è incominciata un’altra ridda di nomi, polvere non di stelle, ma di frammenti politici con la pretesa di cosa? Rosicchiare qualche voto, abbassare il livello che la candidata Paita sta cercando di raggranellare al centro dell’esplosione astrale: lei scampata alle Primarie, allo strappo di Cofferati, alla diffidenza diffusa, ma non tanto esplicita del corpaccione molle del suo Pd, fatto di separati in casa, gente che annuncia, comunque di non votarla, o anche proprio di non andare a votare.

Dall’altra parte dello schieramento, passando per il buco nero del centro, il Big bang è stato meno esplosivo, più diffuso e lungo, anche perchè il vuoto tra i buchi neri era già pronto a inghiottire tutto. La Destra e cioè l’altra galassia, che mette insieme confusamente Forza Italia, Ncd e la Lega, avrebbe davanti pur nella sua frammentazione totale la grande chance di sfidare più da vicino quella sinistra appena descritta, spezzata nelle sue briciole, traumatizzata dalle Primarie inquinate.

E invece no. A novanta giorni dal voto la Destra, vedova per niente inconsolabile dell’ex ministro Claudio Scajola, oppone la sua miniaturizzazione a quella esplosione centrifuga. Il leader di Forza Italia, coordinatore regionale e deputato Sandro Biasotti, che nel 2000 vinse a sorpresa le Regionali, regnando per cinque anni, ha infine messo in campo un candidato, il costruttore edile quarantenne Federico Garaventa, ma poi lo ha tenuto fermo al palo, aspettando che l’asse Berlusconi-Salvini scegliesse il campione da schierare, magari un candidato unico, tanto per approfittare della situazione.

In questo stand bay si sono consumate farse incredibili, perchè di fatto una bella fetta di questa Destra postberlusconiana e in particolare il NCD avevano partecipato alle Primarie del Centro-sinistra volando a votare Paita, in una commistione incestuosa. E tra i pro Paita erano comparsi palesemente personaggi come l’onorevole Eugenio Minasso, un postfascista di Sanremo o come il consigliere regionale Domenico Saso. Non in campagna delle Primarie, ma fuori testo, si era schierato per la ragazza-delfina, con un salto della quaglia più che acrobatico l’ex senatore scajolano di ferro, ed ex vice presidente della Giunta regionale, Franco Orsi, forse uno dei pezzi più pregiati nell’argenteria di famiglia per la sua qualità politica.

Non basta: un accosto verso Paita aveva fatto anche l’ex scudiero di Scajola, l’ex vicepresidente della quasi defunta Fondazione Carige, Pierluigi Vinai, candidato sindaco per Forza Italia nelle ultime Comunali, nonchè membro numerario dell’Opus Dei e attualmente segretario dell’Anci.

In questo clima come si fa a compattare la Destra dietro un candidato? E allora ecco l’altro Big bang, quello che squassa Forza Italia, dove i consiglieri regionali “forti” come Raffaella Della Bianca si mettono a correre da soli o abbandonano la barca, come il potente medico, padrone di un succoso pacchetto di voti Matteo Rosso, per salire a bordo del carroccio leghista. O fondano liste civiche per “liberare” la Liguria, come il consigliere Gino Morgillo, che “assolda” perfino l’ex senatore Enrico Musso, la grande speranza sfiorita dei moderati liguri, che lasciò Berlusconi per primo di tutti, sognò un futuro liberale e ora vaga da prof universitario nella galassia del Big bang.

La Lega, bontà sua, ha l’unico candidato completo che può navigare con o senza Gps in quella galassia del Big bang, Edoardo Rixi, anche lui quarantenne, consigliere regionale uscente ed anche consigliere comunale, vice segretario nazionale di Salvini, un bel tipo che calca la scena da oppositore oramai da dieci anni e che potrebbe anche puntare a una carriera nazionale, ma fiuta aria di colpi di scena in Liguria.

Riusciranno i nostri eroi della destra, persi nelle loro navicelle spaziali, a puntare su un unico candidato, cercando di mettere insieme i pezzi? Forse bisogna gettare una rete nello spazio per cercare di raccogliere più frammenti possibili.

Nel frattempo il partito che guadagna a man bassa per colpa del Big bang è quello del non voto, calcolabile in una cifra superiore al 50 per cento. Salvo sorprese Raffaella Paita corre questa ultima parte della sua estenuante corsa in testa, anche con un bel vantaggio, sopratutto sul concorrente che non arriva dalla galassia frastornata dal Big Band, i 5 Stelle del genovese Beppe Grillo, che hanno candidato una ragazza di 32 anni Alice Salvatore, laureanda fuori corso in Lingue, votata dalla Rete.

Dietro i rimasugli di Forza Italia, la Lega che seppure spinta da Rixi sconta un pregiudizio ligure molto radicato e poi gli spezzoni di Sinistra. Salvo sorprese, perchè attenzione questo è proprio un Big bang.