“Berlusconi… si contenga!”

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 25 Gennaio 2011 - 19:46 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sì, non c’è proprio dubbio alcuno: Berlusconi non è più in grado di restare al suo posto, e non per ragioni politiche, ma perché ha perso il controllo di sé e delle sue reazioni.

Non ci riferiamo alle ripetute esternazioni contro i giudici e la giustizia, neppure alle bugie con le quali ha infarcito i suoi videomessaggi, e neanche al tentativo di travestirsi da Santa Maria Goretti, quanto alla sua esibizione in diretta telefonica durante il programma “L’Infedele” condotto da Gad Lerner.

Il presidente, per la verità, ci aveva già regalato altre esibizioni simili: basti pensare alle telefonate con le quali aveva molestato le trasmissioni di Santoro e di Floris, per ricordare le più clamorose.

Questa volta, tuttavia, nei modo, nei toni, nei tempi, è davvero riuscito a superarsi.

Sembrava una furia, incapace di articolare un ragionamento, desideroso solo di mettere a termine alla puntata, di provocare l’interruzione, di chiudere la bocca a tutti.

“Questa trasmissione è un postribolo” ha tuonato con involontaria ironia, scegliendo forse l’unica parola che sarebbe stato prudente non usare per non suscitare involontarie ironie persino nel suo più fervente seguace.

Come se non bastasse ha invitato la signora Zanicchi a lasciare lo studio, a imitare la Santanché, considerata ormai il vero capo delle squadre d’azione Berlusconi. Il tono utilizzato è stato quello di un padrone arrogante che si rivolge ad una sua dipendente, perché per lui i cittadini si dividono in sudditi e presunti ribelli, i comunisti!

Bene ha fatto Gad Lerner a replicare in modo puntuale e fermo, ma quanto è accaduto non è un episodio, bensì la fedele rappresentazione degli umori e delle intenzioni del presidente del Consiglio

Quest’uomo non cederà il passo neppure ad uno dei suoi, farà di tutto, anzi di più, per restare incollato alla poltrona, tenterà di convincere la pubblica opinione non a suon di fatti, ma a colpi di videocassette e di messaggi a reti unificate, senza domande scomode, senza contraddittorio. Del resto bastava guardare la gran parte dei tg della sera impegnati spiegare che l’invito della conferenza episcopale “al rigore e alla sobrietà” non era certo rivolto a Berlusconi, ma a tutta la società italiana… Una tesi che non avrebbe sfigurato nel tg di Tirana ai tempi del regime comunista.

Da qui l’idea di far approvare a colpi di maggioranza un regolamento che decreti, almeno durante la campagna elettorale, la chiusura di tutte le trasmissioni di approfondimento, o almeno di quelle che non piacciono al capo supremo.

Sarà una nuova legge bavaglio e come tale dovrà essere respinta non dai giornalisti, ma da tutte le autorità di garanzia del settore perché l’oscuramento dei fatti, da sempre, è la premessa per un oscuramento dell’ordinamento democratico e per il libero esercizio del voto che, per essere tale, non può essere ulteriormente condizionato da un conflitto di interessi che ha ormai assunto la forma di un gigantesco manganello da menare sulla testa dei riottosi, dentro fuori la maggioranza, moderato o radicali che siano.