Rai, “buco” da 200milioni: troviamo i responsabili. O è un trucco per vendere?

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 23 Settembre 2012 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Consiglio di amministrazione della Rai ha deciso di intraprendere una sorta di “Operazione trasparenza” e ci ha fatto sapere che non solo i bilanci precedenti non sarebbero stati in attivo, ma addirittura ci sarebbe un clamoroso “buco” di quasi 200 milioni di euro.

Bene, Bravi, avanti cosí, non fermatevi e rendete pubblica ogni irregolarità, ogni eventuael falsificazione, qualsiasi irregolarità! I giornali, come sempre, quasi alla unanimità hanno suonato il piffero e reso omaggio ai nuovi regnanti di viale Mazzini.

Dopo aver partecipato anche noi al coro a bocca chiusa, vorremmo anche “Osare l’ardire” di fare qualche domanda. Chi sono i responsabili di questo dissesto? Il tracollo si è consumato in poche settimane? La signora Lorenza Lei, che era la direttrice generale, per quale ragione è stata inviata alla Sipra in presenza di queste cifre?

Vogliamo fingere di non sapere che la Rai ha pagato scelte industriali ed editoriali folli, imposte dal partito del conflitto di interessi, peraltro ancora fortissimo dentro il nuovo Consiglio?

Per quali ragioni furono archiviate con fastidio le argomentate denunce formulate dall’ex consigliere di amministrazione, Nino Rizzo Nervo, ripetute per altro persino nelle sedi istituzionali?

La barzelletta dei conti in ordine e del pareggio di bilancio fu ripetuta anche nella sede della commissione parlamentare di Vigilanza per impedire il commissariamento della Rai?

Sia come sia, l’operazione trasparenza non potrá essere considerata tale sino a quando non saranno individuati i responsabili e messi in condizione di non procurare altri danni alla azienda. Nel frattempo spetta alla Corte dei Conti acquisire le carte e tentare di capire cosa diavolo sia accaduto, perché e su mandato di chi.

Naturalmente restiamo in attesa di registrare anche la posizione di chi avrebbe determinato il dissesto, ma sino ad oggi nessuno ha ritenuto di parlare, neppure chi quelle cifre le ha scritte, certificate e votate.

A meno che tutta la discussione non sia finalizzata alla drammatizzazione del bilancio per arrivare, quanto prima, ad una ristrutturazione forzata e magari alla vendita degli impianti di trasmissione e alla costituzione di una società unica per la loro gestione che veda insieme Rai e Mediaset. In questo caso l’operazione trasparenza, benedetta e sacrosanta, si trasformerebbe in qualcosa di meno nobile ed eroico.