Grecia. Al lupo, al lupo..stavolta arriva. Invece dei soldi, cambiali simil euro

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Aprile 2015 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
Grecia. Al lupo, al lupo..stavolta arriva. Invece dei soldi, cambiali simil euro

Grecia. Al lupo, al lupo..stavolta arriva. Invece dei soldi, cambiali simil euro

ROMA – La favola/parabola narra da tempo immemorabile che se gridi “al lupo, al lupo…” un sacco di volte e poi il lupo non arriva, quando poi il lupo arriva davvero nessuno se ne accorge anche se avvertito dall’ultimo allarme. Al netto della consueta denigrazione del lupo, la favola/parabola sta scattando in Grecia.

Ad Atene e in tutto il resto d’Europa, e anche del mondo, quante volte si è sentito il grido “default…default”, l’equivalente in soldi e soldoni dello “al lupo, al lupo”? Se n’è perso il conto. Quindi si è portati, indotti a pensare che anche stavolta non sarà né lupo né default. Probabilmente invece stavolta è la volta “buona”, la volta che la Grecia non paga le rate dei debiti internazionali e dichiara di essere insolvente, cioè senza soldi. Soldi che nel caso greco e fino ad oggi sono euro.

Probabilmente stavolta è la volta “buona” che arrivano lupo e default perché i creditori internazionali non trovano nelle trattative con il governo greco nulla da scambiare neanche se volessero, e faticosamente vogliono, allungare le rate dei debiti e diminuire gli interessi sui debiti greci. Il governo di Atene, in cui siedono ministri e forze politiche che considerano Tsipras e Varoufakis pericolosi moderati di centro sinistra e mica di sinistra vera, non ha intenzione di scambiare proprio nulla al tavolo della trattativa. O, se ne ha l’intenzione, non ne ha la forza.

La Grecia è un paese stremato dalla crisi economica, piegato nella sua ricchezza nazionale, piagato da ampie sacche di reale povertà. Ed è anche un paese che non paga le tasse e fieramente si rifiuta di farlo considerando anche questa una imposizione dello straniero. Convergono su questa posizione il partito di estrema destra al governo con Tsipras e la sinistra di Syriza. Il governo Tsipras non può dunque aumentare l’Iva ma non può neanche far pagare le tasse agli armatori (non le pagano per Costituzione sui profitti fatti all’estero). Non può allungare età pensionabile. Non può vendere beni pubblici. Non può non aumentare salari e pensioni e riassumere pubblici dipendenti licenziati perché questa è stata la sua campagna elettorale e, se non lo fa, va in pezzi come alleanza di governo.

Quindi c’è poco da trattare, quindi da Draghi in giù tutti dicono che “Il futuro della Grecia è nelle mani di Atene” che sembra un’ovvietà e invece è confessare a tutti, nei limiti del possibile senza far danno, che stavolta purtroppo è la volta “buona”.

Se sarà l’ora del lupo e del default, che sia quasi l’ora del lupo e del default greco lo attesta un’idea che circola e che non sembra dispiacere. Quando Atene avrà finito l’ultimo euro in cassa, verranno fatte circolare nel paese “cambiali in euro”, cioè impegni cartacei di pagamento futuro in euro. Con questi “impegni in euro” verrebbero pagati merci e transazioni, commerci e affitti, salari, stipendi, pensioni…Insomma in Grecia circolerebbe una moneta parallela all’euro per l’economia interna.

“Cambiali in euro” che ovviamente non circolerebbero fuori dalla Grecia, cambiali in euro che avrebbero lo stesso valore facciale dell’euro ma che, con tutta evidenza, non sarebbero euro. E quindi destinati ad avere valore reale inferiore, a svalutarsi progressivamente e non poco rispetto all’euro cui sarebbero teoricamente agganciate.

Con le “cambiali in euro” almeno per un po’ i creditori internazionali della Grecia non dovrebbero mettere a bilancio che Atene non paga più, l’Ue e la Bce rinvierebbero l’enorme grana e dilemma di un paese che esce dall’euro (la Grecia formalmente resterebbe nella moneta unica) e i greci enti euro e i tanti non greci anti euro avrebbero finalmente una sorta di dracma, una sorta di moneta nazionale che parte pari all’euro e pian piano, anzi forte forte si svaluta, ci compri sempre meno e poi quasi nulla.

In compenso i greci si terrebbero sotto il materasso gli euro veri (lo stanno già facendo, enorme i ritiri dalla banche) e continuerebbero a non pagar tasse, salvo avviarsi al definitivo inabissarsi del paese nel mare non del debito (dove già soffre) e neanche dell’austerità, ma dell’autarchia finanziaria e produttiva.

Sì, sembra proprio la volta “buona” che il lupo arriva e per primo azzanna i poveri e non incolpevoli greci.