M5s ha deluso gli italiani, dal vaffa day al terzo mandato, c’è la colla sulle poltrone

di Bruno Tucci
Pubblicato il 21 Giugno 2020 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo e il M5s ha deluso gli italiani, dal vaffa day al terzo mandato, c'è la colla sulle poltrone

20070910 – BOLOGNA – POL – V-DAY: GRILLO, QUESTA SINISTRA PEGGIO DELLA DESTRA Beppe Grillo in un’immagine dell’8 settembre, durante il Vaffa-Day tenuto in Piazza Maggiore a Bologna. Beppe Grillo il giorno dopo il V-Day, in un’intervista a ”La Stampa” sottolinea che in piazza ”erano pochi, solo 60-70 mila”. A suo avviso si tratta anche di ”gente che ha capito che la sinistra e’ ancora peggio della destra”. NUCCI/BENVENUTI/ANSA – archivio / I51

Gli italiani delusi.  Perché tanti italiani non si fidano della politica e non credono più alle promesse che arrivano dal Palazzo?

La gente comune, quella che deve fare conti ben precisi per arrivare alla fine del mese, aspetta da tempo un segnale nuovo che segni la svolta. La dimostrazione è nei fatti.

Quando anni fa, Grillo inventò il “vaffa day” e dette uno scossone a quel che “non stava succedendo in Italia”, il Movimento dei 5Stelle ebbe un grande successo diventando il primo partito del Paese. Un voto clamoroso ma non tanto, perché esso dipendeva direttamente da quel senso di frustrazione e di sfiducia che aveva ormai preso la maggior parte degli italiani stanchi del ripetersi delle chiacchiere e delle promesse non mantenute.

“Con Di Maio e Fico, la situazione finalmente cambierà”, si diceva e si nutriva molta fiducia in quegli uomini che avrebbero potuto rivoluzionare il sistema. Non solo a livello nazionale, ma anche periferico. Un esempio emblematico? La nomina di due sindaci donne a Roma e Torino. Virginia Raggi e Chiara Appendino, del M5s, vennero elette a furor di popolo con una stragrande maggioranza di voti.

E poi? Passarono i mesi, gli anni senza che qualcosa cambiasse ai piani alti del potere. Delusione, liti continue, impegni non mantenuti: il ritornello non era mutato di una virgola, salvo qualche atteggiamento demagogico di facciata che non poteva dare quei risultati che tutti si aspettavano.

La corsa alle poltrone dei M5s

Le prime crepe si sono avvertite subito. Dopo che la gente si è accorta che tutto rimaneva come prima. Le solite manovre di Palazzo, la corsa alle poltrone che contano, il lusso, la comodità di comandare senza restituire molto se non nulla. Oltre alla sfrenata frenesia di essere i manovratori della politica. Tanto a te, tanto a me con qualcosa in più.

Innanzitutto la guida del Paese a qualsiasi costo. Così, si arriva alla prima esperienza di governo scegliendo come alleati i leghisti. Come si può se ci sono distanze abissali fra i due schieramenti? Non importa: è necessario provarci per non perdere una grande occasione. Il patto giallo verde non andò lontano. Si frantumò nel giro di pochi mesi, nemmeno un anno dopo.

A questo punto? Risponde Ezio Mauro storico direttore della Repubblica: “E’ come se i grillini fossero andati in un negozio di abbigliamento togliendosi una giacca di un certo colore e ne avessero scelta un’altra di colore completamente diverso”. E cioè? Al potere non si rinuncia ed allora ecco proporsi ed accettare una nuova alleanza con il Partito democratico con il quale, fino a pochi giorni prima, erano volati gli stracci.

Gabinetto nuovo, premier vecchio cpn M5s

Un Gabinetto nuovo con un presidente del Consiglio vecchio, Giuseppe Conte, l’avvocato del popolo come si era lui stesso definito dopo la sua imprevedibile ascesa al potere.

C’è stata la svolta che gli italiani si aspettavano? La gente risponde in coro: “Assolutamente no. Sono diversi solo i protagonisti. Per il resto è rimasto tutto uguale”. Ci si chiede il perché.

Una giustificazione la si può trovare: nella diseguaglianza totale di pensiero fra Dem e 5Stelle. Il che fa pensare che sia soltanto un’alleanza di necessità. Quale necessità? Quella di non abbandonare il Palazzo, tanto è vero che ora fra i Grillini si dibatte il problema se dopo due mandati si debba mollare la poltrona come era scritto nello statuto.

Molti non ci stanno e si concretizza una divisione (per il momento sommersa). In sostanza, si potrebbero far nascere due Movimenti senza che nessuno possa abbandonare il Palazzo. Ma per questo, grazie a Dio, bisognerà fare i conti con quanti finalmente andranno a votare.