Letta governo placebo, modello italiano verace

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 29 Agosto 2013 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA
Enrico Letta (Foto Lapresse)

Enrico Letta (Foto Lapresse)

ROMA – Letta-Alfano: un vero governo italiano. E la rima, il combaciare, l’assonanza non sono solo nella desinenza, sono nell’essenza di questo governo. Italiani sono i suoi caratteri, i suoi connotati, la sua anima. Italiane le stimmate, sia quelle della encomiabile adattabilità, del salutare pragmatismo e dell’abbassati canna quando soffia il vento, altrimenti ti spezzi…Sia le italianissime e sfinenti e sfinite stimmate dell’enfasi inversamente proporzionale alla sostanza, del Don Abbondio, del “donnabondismo” come metro e misura della gestione della cosa pubblica, dell’arrangiarsi e del tutto si aggiusta…domani. Così che del governo Letta può dirsi che è oggi in Italia il solo governo possibile, cioè il minor governo possibile. Perché qui e oggi in questa comunità solo il minor governo possibile è praticabile. E quindi è buona anche se  minima cosa che il governo Letta ci sia e resti.

E può però dirsi anche con altrettanta legittimità che un governo così è il proverbiale pietoso medico che la piaga la fa purulenta e che non è buona cosa che un governo così resti, anche se carità di patria può far comprendere perché ci sia. Ma si può anche dire che qual mai medico e per di più medico sincero vuoi applicare e si possa applicare ad una comunità in fondo convinta di star passando un po’ di malesseri e guai solo a causa di un paio di maledizioni e malocchi esterni, quali fa finanza maligna e la Merkel matrigna? All’Italia convinta di non esser malata, qual medico potrebbe mai applicare cura che non sia placebo? E quindi si può dire che il governo Letta è perfetto, perfetto spacciatore dell’unico placebo possibile, placebo che poi in Italia guarisce forse no, ma fa star meglio sul serio. O anche si può dire che un governo così è il canto del cigno, anzi la quadriglia della papera, di un ceto dirigente scarnificato di ogni competenza e pensiero lungo, più lungo del prossimo telegiornale.

Una sola cosa non si può dire del governo Letta-Alfano: che voglia cambiare i connotati di questo paese, che voglia raddrizzare l’albero storto del fisco, raddrizzare le gambe ai cani del Welfare, ricomporre i cocci dell’istruzione, rianimare produzione e produttività in stato vegetativo. No, questo no, non si può dire. E che non lo si possa lo attestano gli ultimi atti e i primi mesi del governo Letta-Alfano.

L’ultimo atto è stato un italianissimo un tanto a te, un tanto a te, un tanto a te e poi…poi si vede e beato chi ci arriva. Una italianissima concezione e pratica della politica che consiste nel distribuire soddisfazione di interessi particolari fidando, perché di fede si tratta e non di pensiero, che la somma faccia interesse generale. Due miliardi li do a te che non volevi l’Imu sulla prima casa, ne vuoi altri due che non ce li ho, però te li prometto e così è come se te li avessi dati. Un altro miliardo e mezzo quasi lo do invece a te e poi tu spartisce tra quelli che ti stanno a cuore, esodati e cassaintegrati. Or che bravo sono stato, or che qualcosa a casa di ciascuno ho portato, posso, cero che posso continuare a governare: siamo tutti nella stessa barca e ho appena finito di distribuire un po’ di pescato.

Dove l’ho preso questo pescato? Dite dalla dispensa, dal frigorifero invece che dal mare? A parte che non lo dice quasi nessuno e state tutti lì a cucinare il pescato appena distribuito, sì, e allora? Sì,i soldi vengono da anticipi di gettito fiscale del 2014 messi in bilancio nel 2013. Sì, pur facendo così arrivavo a due, tre miliardi. Gli altri faccio mostra di averli pescati ma li ho già ributtati a mare, andranno pescati davvero: con la Service Tax al posto dell?Imu. Più o meno la stessa cosa? No, per niente. Più o meno lo stesso gettito fiscale? Sì, ammetto di sì. E allora? Son tutti contenti, il governo è più saldo. Non è così che si rinsaldano anche i governi? In Italia sì è così che si rinsaldano, così da decenni. Con un po’ di ciccia, tante chiacchiere e qualche distintivo.

E i primi mesi del governo Letta-Alfano sono stati un perfetto crono programma e maxi slide dei mesi che verranno, se e quanti verranno. Nulla, davvero e assolutamente nulla di quel pur poco che un governo può fare per accrescere la perduta produttività italiana nelle sue fabbriche e aziende. Nulla per diminuire il carico fiscale su salario e lavoro. Anzi, “magheggi” e mezzi miracoli su Imu e Iva, le sole tasse che potevano restare e pure aumentare se tutte le altre calavano. Nulla non per tagliare la spesa pubblica che a dirla così non vuol dire niente ma per impedire almeno che i centri di pesa pubblica siano mille e più di mille. Nulla di quel pur poco che un governo può cominciare a tentare di fare per ricostruire una scuola che soffre di un deficit di risorse e di un surplus di ignoranza. Nulla che non sia un aspettiamo calmi che passi la nottata. Messa così, messo così, è davvero come dice il suo leader un “governo senza scadenza”.

D’altra parte da una società civile e dalla sua pallida ed estenuata eco che sono i due maggiori partiti politici vengono messaggi, anzi input chiari e netti. Un “botto” di italiani è certo, sicuro e ci giura sopra che l’Imu è una tassa terribile e insostenibile. Neanche trecento euro l’anno a proprietario di casa: questa la tassa insostenibile quando il lavoro dipendente paga, strapaga mille euro a testa d’Irpef comunali e regionali e neanche se ne accorge e quando il lavoro autonomo paga e strapaga, se paga, dieci Imu a testa in Irap e gabelle varie. Però la destra in Italia è abolire l’Imu. Aggiungi salvare Berlusconi ed è finita la destra. E un altro “botto” di italiani, quelli di sinistra hanno come obiettivo e orizzonte la cassa integrazione generale, cioè per tutti, cioè man mano che le aziende chiudono non è il caso di occuparsi perché e magari di aprirne altre ma l’unica cosa che conta è estendere la cassa integrazione. Cassa integrazione per tutti e pensione per tutti gli esodati che nella versione di sinistra-sinistra sono tutti quelli che dovevano, speravano, potevano fino al 2011 andare in pensione a 58/59 anni e che non ci son potuti andare più. Tutti quelli che dovevano andare in pensione a 58/59 anni e che non lavorano più devono essere esodati-pensionati. Fino a quando, fino all’eternità. Questa è la sinistra. Stando così le cose, e così stanno il governo minor possibile, quello Letta-Alfano è davvero il solo governo possibile.