Il messaggio di don Gallo ai giovani che a Feltrinelli non piace

di Pino Nicotri
Pubblicato il 20 Ottobre 2011 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA

“Non uccidete il futuro dei giovani”: più che un titolo, un grido per scongiurare un pericolo incombente. E che c’entra il pericolo più come un affondo a fil di spada che come un dito nell’occhio. Non so se si tratti di fortuna sfacciata, di fiuto professionale dell’editore o di eccezionale tempismo del giornalista che ne ha curato il testo (modestamente, il sottoscritto), o di tutte e tre le cose assieme, sta di fatto che è appena arrivato in libreria un libro, 240 pagine, editore Dalai, firmato dal famoso “prete da marciapiede” don Andrea Gallo, che centra il tema oggi più drammatico e attuale, oltre che di più difficile risoluzione: i temi, vale a dire, dei giovani (che ci sono) e del lavoro (che non c’è), nonché della finanza da rapina che ha dissanguato come una sanguisuga e roso come un tarlo l’industria.

Del libro sono l’estensore materiale e in un raro sussulto di modestia ho scelto di mettere la mia firma solo all’interno, per non togliere spazio, pathos e tensione a don Gallo. Il libro segue a tempi ravvicinati l’uscita di altri due, realizzati con la stessa tecnica, durante gli stessi, per don Gallo intensissimi, mesi estivi: “Se non ora adesso” (editore Chiarelettere) e “Il Vangelo di un utopista” (editore Aliberti), scritto materialmente da Loris Mazzetti.

I temi trattati nel mio libro, sono quelli esplosi proprio in questi giorni in tutto il mondo grazie all’exploit degli Indignati, la cui grande protesta romana è stata guastata dalle note vicende. Temi sui quali si è espresso duramente anche il papa, quando a Madrid rivolto ai giovani ha denunciato: “Invece che pane vi danno pietre”. E sui quali è intervenuto più volte il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che di recente ha dato ragione all’indignazione degli Indiganti scatenando le note polemiche.

“Non uccidete il futuro dei giovani”: titolo tranchant, alquanto schockante, scelto di persona don Gallo che lo ha preferito a quello proposto da me, “Lasciate che i giovani abbiano un futuro”, con il quale volevo riecheggiare la nostra frase evangelica “Lasciate che i pargoli….”. Fondatore e animatore a Genova da decenni della Comunità di S. Benedetto al Porto, sempre impegnata tra gli ultimi della terra, don Gallo ha del problema giovani e lavoro un polso ben più immediato e impegnato del mio, ne conosce quindi meglio e più in profondità il dramma, perché di dramma si deve parlare.

Eppure, nonostante l’estrema attualità del libro, gridata da don Gallo fin dal titolo e dalla sua foto in copertina, un braccio teso in alto con il pugno alzato e l’altro braccio che sventola una lunga bandiera arcobaleno della pace, non poche librerie hanno preferito mettere più in evidenza gli altri due libri in arrivo dello stesso “prete che a un certo punto s’è scoperto uomo”, come il genovese don Gallo ama definirsi.

Per esempio, a Roma alla libreria Feltrinelli di largo di Torre Argentina “Il Vangelo di un utopista” e “Se non ora, adesso” sono stati piazzati in posizione strategica ed esibiti in grande quantità. “Non uccidete il futuro dei giovani” è invece messo in un angolo, con un semplice adesivo verde con scritto in bianco “novità”,  in mezzo a volumi usciti da mesi e mesi, nel settore “Religione”, con la quale oltretutto il libro non c’entra assolutamente nulla.

Più o meno lo stesso film alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano. La Mondadori di via Marghera, invece, tratta i libri di don Gallo allo stesso modo: non esalta alcuno, ma non li nasconde nemmeno.

Distrazione? Cattiva informazione?  Si trattasse di una libreria del circuito cattolico, come le librerie S. Paolo, questa svista o scelta si potrebbe capire, ma in una libreria Feltrinelli stona “da morì”, come si dice a Roma.

Un errore simile – ma in questo caso è evidente che si è trattato di una scelta deliberata – è stato fatto anche su Raitre la sera di sabato 15 da Fabio Fazio a “Che tempo che fa“. Nonostante lo stesso sito del suo programma avesse annunciato in anticipo la presentazione di tutti e tre i libri, Fazio ha offerto al telespettatore una scena surreale: nel corso della chiacchierata televisiva con don Gallo ha annunciato che questi è arrivato in libreria con tre libri, però poi ne ha citati solo due! Scena imbarazzante che si è ripetuta due volte.

E la seconda volta per rabberciare alla bell’e meglio la toppa Fazio, ha proposto come “terzo libro” quello che in realtà è solo un supplementino di preghiere allegato al “Vangelo di un utopista”. Ho ricevuto decine e decine di telefonate e di e-mail di colleghi e amici, perché proprio nel giorno, anzi nelle ore delle centinaia di manifestazioni degli Indignati nel mondo intero e con gli scontri e le devastazioni romane ancora in corso (la trasmissione è infatti registrata nel pomeriggio di quel sabato), ecco che Fabio Fazio, a quanto dicono pagato dalla Rai due milioni di euro l’anno, blocca il libro di attualità – è il caso di dirlo – bruciante e divaga con fervorini un po’ da chierichetto sugli altri due libri.

Buonismo tanto, ma il tema dei giovani e del lavoro è stato censurato, tenuto fuori dalla porta, e proprio mentre in centinaia di città del pianeta gli Indignati manifestavano la loro incazzatura sul tema! Strano che di fronte al titolo “Non uccidete il futuro dei giovani” si scelga di tacere proprio la sera in cui…

Continuo a gridarlo ai giovani: “Agitatevi! Indignatevi! Ribellatevi”, grida don Gallo nel libro: “Agitatevi perché il mondo intero ha bisogno del vostro entusiasmo. Il mondo è malato e solo voi lo potete guarire. Salvare. Organizzatevi perché c’è bisogno della vostra forza come del pane, ma organizzarsi vuol dire che il corteo non si scioglie al tramonto. Come in tutti i movimenti, c’è anche questo aspetto. La fase di stanca, al tramonto si va via. Poi però arriva un nuovo giorno”.

E a pagina 26 don Gallo fa una sintesi fulminante di politica ed etica evangelica: «”Aprite e vi sarà aperto”, ha promesso Gesù. Be’, ma se insistono a non volervi aprire allora buttate giù la porta». Il passo del Vangelo di Luca riporta la parabola di Gesù che parla dell’uomo che essendosi visto arrivare in casa in piena notte un amico affamato si affanna a bussare alla porta di un conoscente per chiedere pane per l’ospite, ma il conoscente la porta non gliela apre. Gesù dice che bisogna insistere a bussare di porta in porta, perché infine qualcuno aprirà. E la chiosa di don Gallo è drammatica, un po’ estrema, ma estremamente d’attualità.

Può essere che il passo di pagina 26, riportato nella quarta di copertina delle copie spedite a Fazio dall’editore abbiamo spaventato il conduttore visto che a Roma stava succedendo quello che stava succedendo? Può darsi. Ma non vogliamo crederlo. Sarebbe una spiegazione ingenerosa. Troppo… buonismo “de sinistra”.

Credo invece che, con “Non uccidete il futuro dei giovani”, sono riuscito a mostrare un don Gallo diverso dal solito, più completo, molto documentato e alle prese con concetti molto concreti quali la strategia della Fiat e del suo manager Sergio Marchionne, il rating, il debito sovrano, le deindustrializzazioni, la finanza, la globalizzazione e i vari indici sociali ed economici degli ultimi 150 anni, cioè in pratica dall’Unità d’Italia, messi in rete dall’Istat. Sono gli indici che mostrano con chiarezza come qualcosa, in quello che era il Belpaese, si sia rotto a partire dagli anni Ottanta.

«Giovani, incazzatevi!», ripete più volte don Gallo nel libro, e con ragione. Nel 2011 hanno fatto sensazione la primavera araba, la rivolta inglese di Tottenham e l’inizio del movimento degli Indignados, sfociato come un fiume anche negli Usa a partire da Wall Street, ancora oggi l’ombelico del mondo della finanza. «Quella finanza che ha distrutto l’industria e umiliato il lavoro», sottolinea don Gallo, facendo notare che le potenziali Tottenham non mancano neppure in Italia.