Funerale Casamonica: isterismo e balle

di Pino Nicotri
Pubblicato il 25 Agosto 2015 - 11:31| Aggiornato il 26 Agosto 2015 OLTRE 6 MESI FA
Funerale Casamonica: isterismo e balle

Funerale Casamonica (LaPresse)

ROMA – Ma è serio che un banale funerale, di gusto pacchiano quanto si vuole, ma celebrato comunque in modo ordinato, assolutamente senza incidenti né morti né feriti, tenga banco sulle prime pagine dei giornali e nei telegiornali per giorni e giorni come se si trattasse di uno tsunami o di un tentativo di colpo di Stato o almeno di una strage perpetrata da terroristi? A furia di suonare la grancassa, sul funerale di tale Vittorio Casamonica – promosso di colpo a furor di mass media al rango di boss dei boss di una Roma che si insiste masochisticamente a dipingere come regno incontrastato della mafia, anzi delle mafie – è intervenuto perfino il papa. Che lo ha definito scandaloso. Preceduto a onor del vero da un intervento “penzoso” del maître à penser Roberto Saviano.

Sarà anche stato un funerale scandaloso, ma basta questo per riempire per giorni e giorni le pagine dei giornali e i telegiornali con toni drammatici come se fossimo assediati? Questo strapparsi i capelli per un preteso stato d’assedio permanente è ormai una ben strana mania, alquanto masochista: ci si vuole convincere che siamo assediati dai terroristi, dagli islamici, dagli extracomunitari, dai migranti, dalla mala politica, dalla malasanità, da un’estate insopportabile nonostante non siano mai stati raggiunti e tanto meno superati i 40 gradi di altre estati, dalla siccità, dagli inquinamenti di vario tipo, dalla mafia, anzi dalle mafie e via allarmando.

Ma poi: funerale scandaloso perché? Perché i Casamonica essendo romanì, cioè rom, sinti, o “zingari” come si usa dire generalizzando, hanno usanze diverse dalle nostre e celebrano un funerale molto più chiassoso dei nostri? Chiassoso, ma in ogni caso simile ad altri che senza suscitare scandali hanno celebrato in passato per dare l’ultimo saluto ai loro personaggi di spicco.

Scandaloso perché per trasportare il feretro hanno usato la carrozza trainata da molti cavalli usata a suo tempo per il funerale certo non silenzioso del grande e inimitabile Totò? Per quale motivo una carrozza usata per il caro estinto Totò non può essere usata per un altro caro estinto, anche se caro ad altri e non a noi? Leggo allibito che il titolare delle pompe funebri dotate di quella carrozza verrà “sottoposto ad accertamenti”: si cerca cioè di capire come punirlo in qualche modo, multa o denuncia o sospensione della licenza per avere osato fare il suo mestiere. Forse per Casamonica doveva essere usato un minor numero di cavalli? Forse al posto dei cavalli dovevano metterci degli asini o dei muli o dei facchini? Magari degli “zingari”?

Scandaloso perché da un elicottero sono stati lanciati dalla folla petali di rosa accolti dal coro dei moralisti e salvatori della Patria come se si trattasse di napalm? Se davvero il pilota dell’elicottero ha deviato dalla rotta chiesta e autorizzata che venga sanzionato come prevede la legge, ma evitiamo i toni isterici come se avesse bombardato la folla con ordigni al fosforo bianco. Ironia della sorte, mentre si strillava contro i petali di rosa da elicotteri ci sono state in Europa altre due o tre stragi dovute alle solite e insensate acrobazie di aerei militari, che mietono vittime anche in Italia, senza che ci fossero reclami e ribellioni di forza almeno pari a quella per i petali di rosa sganciati dal cielo.

Il funerale è stato accompagnato dalla musica della colonna sonora del film Il Padrino, e tanto è bastato per scambiare quella musica per ammissione esibizionista e proterva di grande mafiosità dei Casamonica e di ruolo criminale da Padrino ricoperto in vita dal Casamonica morto. Ma come? Il film Il Padrino è sempre stato acclamato come un capolavoro nonostante una certa glorificazione della mafia e dei suoi omicidi e ora si accusano di mafiosità i Casamonica perché a loro è molto piaciuto? Talmente piaciuto da sceglire la sua colonna sonora per accompagnare al sonno eterno il loro caro estinto. Ma allora in quale occasione si può trasmettere in pubblico quella colonna sonora senza essere accusati di appartenenza alla mafia?

In questi giorni sui Casamonica sono piovute accuse di ogni tipo, a partire da quelle contro il “boss dei boss” del quale si celebrava il funerale, boss che però a quanto pare è morto incensurato. Non era uno stinco di santo, e io in un mio libro non sono certo stato affatto tenero né con lui né con i suoi, ma ho letto su qualche giornale che è morto incensurato. Si è comprato anche lui tutte le sentenze, cioè tutti i giudici? Beh, ma allora fuori i nomi dei magistrati corrotti! E che li si processi subito per poi espellerli dalla magistratura! Altrimenti siamo alle solite grida manzoniane, alla notte nera in cui tutti i gatti sono neri e tutti possono insinuare qualunque cosa contro chiunque. Siamo all’abbondanza di gossip e malcostume e alla carenza di civiltà.

Casamonica era un criminale? La sua fedina penale dice di no e comunque la Chiesa non guarda certo i certificati penali, tanto meno ai morti, e anzi tende a perdonare e a insegnare a perdonare, è un po’ il suo mestiere, la sua missione (forse dovrei più modernamente dire mission?). Ed è curioso che a voler insegnare alla Chiesa come dovrebbe comportarsi siano soprattutto uomini, politici compresi, dalla stessa Chiesa comandati più o meno a bacchetta.

Certo, è molto sgradevole e ha qualcosa di molto strano che la stessa basilica di don Bosco che ha negato i funerali a Piergiorgio Welby perché reo di avere sostenuto il diritto all’eutanasia permetta invece i funerali in pompa magna a chi in vita è stato almeno un birbante. Ma se ci pensiamo bene, la cosa scandalosa e inaccettabile è che vi siano stati negati i funerali a Welby, a prescindere da chi invece ha potuto averceli.

Visto che è stata varata di recente la riforma della Rai, è il caso che tale riforma imponga al servizio pubblico una maggiore serietà nel verificare le notizie, almeno quelle dei telegiornali. Evitando così di rifilare ai telespettatori notizie clamorosamente fasulle (e al suo seguito sono comparse anche nelle prime pagine dei giornali). Fa uno strano effetto sentirsi dire a tutto il 24 agosto dal Tg1 che la basilica dei funerali di Vittorio Casamonica “è la stessa dove sono stati celebrati i funerali del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis”.

Tralasciamo che le sentenze dei processi abbiano escluso che De Pedis sia stato anche solo un semplice gregario della ormai mitica, onnipresente e sempiterna banda. Il fatto però è che la basilica dei funerali di Casamonica NON solo non è neppure da lontano la stessa dei funerali di De Pedis, celebrati infatti il 6 febbraio 1990 nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina, ma non è neppure ad essa vicina. Tra le due chiese, una in centro e una in un quartiere di periferia come il don Bosco, tra la via Tuscolana e Centocelle, c’è una distanza in linea d’aria di non meno di 10 chilometri!
A organizzare il funerale di De Pedis è stato l’impresario di pompe funebri Gianni Osfi, che il 24 agosto 2015 ha inviato al quotidiano Il Messaggero la seguente smentita:

“In merito all’articolo apparso a pagina 5 dell’edizione nazionale odierna a firma del cronista Fantoni Luigi intendo precisare, essendo io stato impegnato in prima persona nell’organizzazione del funerale, che le esequie del sig. De Pedis Enrico deceduto in Roma il 2 febbraio 1990 si svolsero nella Parrocchia di San Lorenzo in Lucina nella p.zza omonima e non come erroneamente scritto nel suindicato articolo nella parrocchia di San Giovanni Bosco”.

Sono le confusioni di questo tipo che rivelano di che pasta è fatto il moralismo un tanto al chilo che anima troppi sdegnati di professione, niente affatto disinteressati, e che condanna alla non attendibilità troppe notizie e notizione. Specie, ma non solo, quelle estive.