Pensioni, Matteo Renzi ci ripensa? Guerra a quelle d’oro già nel cestino?

di Pino Nicotri
Pubblicato il 23 Febbraio 2014 - 13:38| Aggiornato il 6 Novembre 2020 OLTRE 6 MESI FA

Pensioni, Matteo Renzi ci ripensa? Guerra a quelle d'oro già nel cestino?ROMA – La guerra ai pensionati cosiddetti “d’oro” è finita nel cestino della carta straccia e delle chiacchiere roboanti ma inutili? Matteo Renzi ci ripensa? Una volta diventato primo ministro in pectore si smarca responsabilmente dai suggerimenti irresponsabili dei suoi paraguru Yoram Gutgeld e Davide Rocca in tema di botte in testa e salassi ai pensionati “d’oro”? Chissà, magari s’è accorto che l’oro è una cosa seria, ha valori che la quasi totalità delle pensioni “d’oro” non vedono neppure col binocolo. Sta di fatto che pochi giorni fa Renzi ha dichiarato quanto segue:

 “Sulle pensioni è stato già approvato dal Parlamento un contributo di solidarietà. La Corte Costituzionale poi è stata molto chiara: non si può intervenire in modo discriminante. Comunque le pensioni staranno al di fuori di questo taglio generale. Si punta all’allargamento e all’universalizzazione degli ammortizzatori sociali e in particolare dell’assegno di disoccupazione. Questa è l’ipotesi su cui stiamo lavorando al momento. Sul resto vedremo”.

Vedremo. Nel frattempo indichiamo un modo velocissimo e indolore per risparmiare molti miliardi di euro senza salassare nessuno, tanto meno i pensionati: fare come la Germania. Che ha deciso di tagliare il numero di caccia militari di produzione europea Eurofighter da acquistare e ha rinunciato definitivamente al progetto di trasformarlo in cacciabombardiere di attacco al suolo. Il numero di esemplari da acquistare è sceso da 180 a 143: 37 in meno, un risparmio enorme. “Ma dovremmo comprarne ancora meno. Sarebbe opportuno limitare la flotta di Eurofighter a 108 mezzi, quanto basta alle nostre necessità», ha dichiarato il deputato Hans-Peter Bartels, responsabile della commissione Difesa. I 37 velivoli in meno sono quelli della versione, ancora in fase di progettazione, per l’attacco al suolo.

Da notare che pur essendo l’Eurofighter un aereo costruito da un consorzio di industrie europee, italiane comprese, il nostro PD ha proposto a suo tempo l’acquisto degli F35A e gli F35B  di produzione Usa. Tra versione A e versione B, la decisione è stata di comprarne ben 131, poi forse ridotti a 90, ma non è affatto chiaro se la riduzione c’è o non c’è. Si insiste solo a dire che la collaborazione italiana alla costruzione di alcune parti dell’aereo darà lavoro a 2000 dipendenti. Ma quale sarebbe la spesa per questa mega commessa militare? Con quale spesa?

Secondo Il Sole 24 ore ogni velivolo potrebbe costare all’Italia da 99 milioni di euro per un F-35A a 106,7 milioni di euro per un F-35B. E dire che il costo previsto all’inizio era di “appena”  61 milioni di euro a dire dal costruttore Lockheed Martin. Ma Beppe Grillo ha fatto i conti più ad ampio respiro: “Nel 2026 saremo fieri possessori di 90 (o 131?) aerei malfunzionanti per un ammontare di 53 miliardi manutenzione inclusa. Mentre per scuole e cultura non si trovano 8 miliardi”. 53 miliardi di euro sono una cifra spaventosa! Pari a due intere manovre finanziare da lacrime e sangue!

Oltretutto si tratta di un aereo bidone. La Government accountability office, l’agenzia USA che controlla i conti pubblici statunitensi nel 2012 ha elaborato un documento che denuncia una seria di problemi ben precisi:

– l’aumento dei costi;

– lo scarso numero di collaudi, e molte richieste di cambiamenti in fase di collaudo, che provocheranno ulteriori aumenti dei costi.

Per quanto riguarda modifiche e collaudi, uno dei problemi, ha denunciato il Washington Post, è l’avere iniziato la produzione su larga scala in forma di prototipo già prima che fosse collaudato! Motivo per cui i molti difetti sono emersi solo in fase di collaudo.

 A dire che è inaffidabile è lo stesso Pentagono, con un rapporto del suo capo delle sperimentazioni, Michael Gilmore. Tant’è che, dopo la rinuncia del Giappone,  inizialmente entusiasta e deciso a una mega ordinazione, perfino gli Usa non si sa se l’f35 lo adotteranno  o no.

Fare come la Germania, quindi. O meglio ancora come il Giappone, che i programmi di acquisto degli F35 li ha semplicemente cestinati.

Sì, certo, si possono risparmiare decine di miliardi di euro e recuperarne altre decine di miliardi con una bella lotta alla corruzione e alla malavita organizzata, due realtà che stanno corrodendo le istituzioni, la burocrazia e minando ormai la stessa economia nazionale. Ma per una simile lotta ci vogliono investimenti, preparazione del personale, strategia e soprattutto volontà politica, insomma anni e anni. Per ridurre o cancellare l’acquisto degli F35 e risparmiare subito decine di miliardi di euro basta invece un semplice disdire l’ordinazione. Ma Renzi lo farà?