Primarie, vince Bersani? Facile previsione

di Senator
Pubblicato il 25 Novembre 2012 - 12:44 OLTRE 6 MESI FA

È facile prevedere che Bersani vinca le primarie. Non per doti divinatorie di chi scrive, ma per quel che si è visto nella preparazione al test e per un semplice ragionamento.

Matteo Renzi, giovane sindaco di una grande città ha dimostrato una cosa della quale sono stato sempre convinto. L’esperienza di primo cittadino è salutare in politica e nella prospettiva di incarichi parlamentari e di governo. Solo Berlusconi l’ha trascurata ed ha portato in Parlamento giovani di belle speranze ma senza alcuna esperienza politica, quindi delle autentiche incognite, e giovinette di bell’aspetto e basta. Nei partiti della prima repubblica era regola che non si giungesse in Parlamento senza prima avere un’esperienza in qualche ente locale come sindaco o assessore o consigliere comunale o provinciale. Peppone docet.

È l’esperienza del confronto quotidiano con realtà complesse, anche in un piccolo ente, e dell’ascolto della gente, un contatto con l’elettorato continuo che fortifica e tiene l’esponente politico sotto la lente d’ingrandimento dell’elettorato.

Solo Berlusconi, nel suo delirio di onnipotenza di imprenditore costantemente assistito dalla politica, non ha compreso che quelle esperienze sono la migliore selezione di una classe dirigente di governo e parlamentare.

Renzi ha richiamato l’attenzione sul ruolo del sindaco, amministrando. Cosa che non ha compreso Alemanno con ambizione di crescere politicamente senza che quel suo legittimo desiderio fosse supportato dalla buona gestione del Comune di Roma. Quella buona gestione non c’è stata e l’esponete PDL si avvia verso un tramonto annunciato. L’unica speranza essendo una scelta folle del PD, un regalino che non si comprende perché dovrebbe essere fatto, del tipo di una candidatura alla Gasbarra.

Renzi, dunque, ha vinto una battaglia. Ha richiamato l’attenzione sulla sua città e sulla sua persona, ha scosso un partito ingessato da figure storiche, certamente ma ormai da mettere in una sorta di comitato d’onore privo di influenza attuate sulle scelte politiche, ma perderà la guerra.

La perderà perché agli occhi della maggioranza dell’elettorato del PD parrà volonteroso ma non ancora maturo per una scelta di governo (perché questo è in palio nelle primarie), come ha dimostrato nei più recenti interventi televisivi dove è apparso troppo generico e un po’ goliardico. Perderà perché l’apparato è forte ed in mano a Bersani, circondato da un’aura di credibilità “governativa”, per le sue precedenti esperienze nel settore dello sviluppo economico (ex ministero dell’industria) che non tutti gli riconoscono, ricordando il disastro dei taxi e ancor peggio degli ordini.

È tuttavia un “usato sicuro”, per dirla alla Renzi, e questo basta per un elettorato che teme sconquassi anche per la presenza di Vendola, che certamente scalda i cuori dei comunisti duri e puri ma raffredda gli entusiasmi di coloro che ritengono che il PD si debba avviare ad essere il partito socialdemocratico targato Europa. O pensano che già lo sia.

La guerra la vincerà Bersani, dunque, ma la battaglia vinta da Renzi fa sì che il PD non sarà più lo stesso ingessato partito post comunista, monolitico e conservatore, che non è riuscito a governare né a fare opposizione ai modesti governi Berlusconi, che avrebbero fatto crescere qualunque movimento alternativo dotato di un minimo di determinazione.

Questo è un po’ il limite della compagine che Bersani capitanerà da domani in poi. E se vincerà le elezioni c’è sempre il dubbio della capacità di governare. Non del leader, ma della sua squadra che in fatto di politiche sociali non ha saputo fare molto negli anni scorsi, neppure nella comoda veste di contraddittore del Cavaliere.

Vincerà Bersani, dunque, ma forse il PD potrebbe perdere la guerra, se Monti, rotto gli indugi, dovesse apertamente ascoltare quel “grido di dolore” che sale dai moderati orfani di Berlusconi e da quanti sono disgustati dalla politica che abbiamo meglio conosciuto dalle pagine della cronaca giudiziaria, ormai da molti mesi.