2012: “Io quest’anno ci rimetto”. L’amaro conto di metà degli italiani

Lapresse

ROMA – Quasi un italiano su due ritiene che a fine anno la sua situazione economica sarà peggiore rispetto all’anno passato e appena il 13% degli italiani arriva senza problemi a fine mese. Il quadro che emerge dalla ricerca fatta da Ipr Marketing per il Sole 24 Ore non rappresenta certo un Paese felice. Non saremo la Grecia, come ha ribadito anche il presidente Napolitano, ma certo non siamo Bengodi.

Nonostante il monte della ricchezza italiana, distribuita tra abitazioni, attività finanziarie e conti correnti sia così alto da competere tranquillamente con l’enorme debito pubblico che schiaccia il nostro Paese, e nonostante la “cura Monti”, gli italiani si sentono in recessione. La vedono buia sul futuro e per andare avanti sono spesso costretti a ricorrere ai prestiti, delle banche o degli amici.

Se il 46% degli intervistati ritiene che il suo reddito da qui ad un anno sarà peggiore di quello che è ora, appena il 5% si aspetta un miglioramento, mentre il 40% si attesta, diciamo così, in difesa, contando che nei prossimi 365 giorni non ci saranno variazioni. Se poi si va ad analizzare il campione per età, la fascia che più vede nero per i prossimi 12 mesi è quella dei 35/54enni, dove chi si aspetta un ridimensionamento del proprio reddito è il 50% esatto. E solo tra gli over 55 chi conta in un miglioramento supera la media generale del 5%, arrivando al 6%. Vista la crisi poi nell’anno appena passato ben 3 italiani su 4 hanno ridotto i consumi, hanno cioè speso meno per tentare di risparmiare e, appena l’1% degli intervistati, ha affermato di aver speso di più.

Le aspettative non sono quindi rosee, e stupirebbe se fosse diverso visto che, se ci si limita a fotografare l’esistente, il 36% degli intervistati ha entrate insufficienti a coprire le spese e appena l’8% ha entrate più che sufficienti, in mezzo un 54% che copre le spese ma non genera risparmio. E tra “molta”, “abbastanza” e “poca” difficoltà ben l’83% degli italiani arriva a fatica a fine mese con il proprio reddito.

Se il reddito non basta, gli italiani si sono visti quindi costretti a cercare fonti “alternative” di denaro, ricorrendo a prestiti o andando a toccare i risparmi. Un italiano su quattro ha scelto questa seconda via, o ha avuto la possibilità di scegliere di metter mano ai risparmi, mentre un 5% degli italiani è dovuto ricorrere ai prestiti. Prestiti che vanno dal muto con una banca (25%), al finanziamento con una finanziaria (24%), passando per un prestito chiesto a parenti e/o amici (12%) sino allo scoperto sul conto corrente (10%).

Chi può invece risparmiare su cosa punta vista la turbolenza del mercato finanziario? Chi se lo può permettere, o chi solo spererebbe di poterlo farlo, punterebbe sul classico mattone, bene sicuro per eccellenza scelto dal 57% degli intervistati seguito, da lontano, da un altro bene rifugio doc: l’oro, scelto dal 10%. Da evitare invece le azioni e il deposito in conti correnti o libretti, scelti dal 2% appena degli intervistati.

Tempi di crisi, soprattutto di fiducia. I soldi non ci sono e i mercati non sono affidabili così come i consigli delle banche e delle assicurazioni. Alla domanda “Se dovesse chiedere un parere per un investimento finanziario, quanta fiducia avrebbe nelle proposte di banche e assicurazioni?”, appena un intervistato su 3 si fiderebbe delle prime e solo uno su 10 delle seconde. Mentre 2 su 3 non si fiderebbero delle banche e quasi 9 su 10 delle assicurazioni. Di chi fidarsi quindi? Secondo il sondaggio di Ipr la fonte più affidabile sono i giornali, scelti dal 24%.

 

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