Berlusconi, autunno con rischio galera: governo-salvacondotto o voto a giugno

di Riccardo Galli
Pubblicato il 8 Marzo 2013 - 15:48| Aggiornato il 13 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ARCORE – Dal governissimo alle elezioni subito. La linea del Pdl sembra aver subito una brusca sterzata: l’accordo per la governabilità col Pd, sinora fortemente caldeggiato, appare irrealizzabile vista la mancata disponibilità democratica. E allora che si voti, ma subito. Subito perché in calendario, dopo la condanna di ieri (7 marzo) al processo Unipol, Silvio Berlusconi è atteso da altre sentenze. Sentenze che, se fossero di colpevolezza, potrebbero portarlo persino in carcere, ma di sicuro fuori dal Parlamento, interdetto dai pubblici uffici.

Archiviate ormai o quasi le speranze di chiudere un accordo col Partito Democratico, ipotesi più che gradita al Cavaliere come lui stesso aveva fatto sapere nei giorni scorsi, si è discusso l’altra sera ad Arcore di quali saranno le prossime mosse e quale la linea politica del Pdl. Il Pd all’accordo con Berlusconi ha chiuso la porta, spinto in primis dalla base che mai e poi mai perdonerebbe a Bersani e soci un’alleanza col Pdl. Porta sbarrata anche, almeno apparentemente, alla versione ‘light’ di un governo tecnico od istituzionale sostenuto, come fu per Monti, da Pd e Pdl insieme. Preso atto di questo stato dell’arte la nuova direzione del Pdl sembra essere quella delle urne. Urne da aprire però il prima possibile. I sondaggi di casa Berlusconi danno infatti il Pdl in crescita, come Grillo tra l’altro. Ma non sarebbe questo il motivo ‘vero’ della rinnovata passione per il voto. L’accelerata in tal senso l’avrebbe dato un motivo non prettamente politico, ma che politico è di fatto diventato negli anni di Berlusconi: e cioè le sentenze.

Giusto ieri (7 marzo) il Cavaliere è stato condannato per l’ennesima volta, nulla di definitivo per carità, non si tratta di sentenza di Cassazione e il procedimento Unipol in Cassazione nemmeno arriverà vista l’imminente prescrizione. Si tratta della seconda condanna nel giro di soli tre mesi. Condannato ad un anno di reclusione senza condizionale. Pena contenuta quindi ma, attenzione, non sospesa. E questo perché l’accumulo di procedimenti per l’ex premier (con la sentenza Unipol arrivato ormai a 5 anni di reclusione, di cui 3 coperti dall’indulto) lo qualifica ormai come imputato non meritevole di attenuanti.

E l’agenda processuale del Cavaliere è ora piuttosto fitta: entro la fine di marzo dovrebbero arrivare le sentenze del processo Ruby e quella sulla compravendita dei diritti tv, arrivata in Appello e che già lo ha visto condannato a 4 anni in primo grado. Procedimenti che, senza tener conto della vicenda De Gregorio che secondo alcuni potrebbe portare alla richiesta d’arresto per il Cavaliere, in meno di un anno, entro l’autunno prossimo, potrebbero arrivare a sentenza definitiva, con tanto di timbro della Cassazione.

Nulla di male se la suprema Corte dovesse prosciogliere l’imputato Berlusconi, così come gli avvocati Ghedini e Longo prevedono e si augurano. Ma se così non fosse, e il Cavaliere fosse condannato definitivamente, per lui si aprirebbero se non le porte del carcere almeno quello del Parlamento. Ma in uscita. Sarebbe cioè Silvio Berlusconi interdetto dai pubblici uffici, perdendo il diritto a sedere in Parlamento e diventando incandidabile per future elezioni.

Una possibilità nota ad Arcore che aveva fatto includere, ovviamente non ufficialmente, un salvacondotto per il Cavaliere nell’ipotetico accordo che avrebbe dato vita ad un governo con Pd e Pdl. Senza governo però niente salvacondotto. E allora meglio andare a votare finché il leader Berlusconi è candidabile a norma di legge e poi si vedrà, nella speranza che qualcuno abbia bisogno dei suoi voti almeno dopo la seconda tornata elettorale.