Alemanno Adornato Urso & C: “innovatori”? No, reduci: tutti a casa devono andare

di Senator
Pubblicato il 22 Luglio 2013 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA
Alemanno Adornato Urso & C: "innovatori"? No, reduci: tutti a casa devono andare

Gianni Alemanno

L’appuntamento era alla Sala delle Colonne, in via Poli 19, a Roma, per iniziativa delle Fondazioni Nuova Italia (Gianni Alemanno) e FareFuturo (Adolfo Urso).

L’occasione, la presentazione del fascicolo di Charta minuta intitolato Maldestra, con in copertina un’immagine di cerchi sui quali campeggia un “?”. L’occhiello: “Come uscire dalla crisi con una nuova prospettiva per l’Italia. Non servono reduci ma innovatori”.

Interventi di Ferdinando Adornato, Gianni Alemanno, Renato Brunetta, Guido Corsetto, Cristiana Moscardini e Adolfo Urso.

Dove gli innovatori? Sono tutti reduci, malconci, ancora frastornati dal tracollo elettorale che per alcuni degli interventori significa anche la fine della vita politica. A cominciare da Gianni Alemanno, scalzato dal Campidoglio in malo modo dopo cinque anni di chiacchiere, come mai era avvenuto ad un sindaco. Come per Adolfo Urso, che a Montecitorio non è tornato.

Solo Adornato e Brunetta sono di nuovo nel Palazzo.

Fuori Corsetto, Moscardini e Urso, gli ultimi due invano aggrappati a Futuro e Libertà.

Una riunione di reduci, dunque, con due visitatori, Adornato e Brunetta che, come le stelle, stanno a guardare.

Un’assise senza futuro, di personaggi “incredibili”, cioè che non suscitano alcuna credibilità, che con la loro inefficienza hanno affossato la destra, per aver scambiato la politica, quale nobile arte della gestione della polis, diretta a perseguire il bene comune, per una disinvolta occupazione del potere. Ovunque, nello stesso modo, per arruolare amici o camerati o portaborse modesti, assatanati di quel potere che per anni avevano visto col cannocchiale dicendo di volerlo riplasmare alla luce di ideali nobili.

Invece, come diceva Gianfranco Fini di Berlusconi “senso dello Stato zero”, sono stati proprio gran parte di quelli che militavano sotto le insegne di Alleanza Nazionale a dare pessimo esempio di politica, spesso inconcludente, quando non subordinata ad interessi privati.

Adesso questi reduci male in arnese pensano di poter passare per “innovatori”, fidando nella tradizionale, scarsa memoria degli italiani che, dopo averne dette di tutti i colori all’indirizzo di quelli che avevano tradito ideali e promesse elettorali, hanno quasi sempre votato ancora lo stesso partito e le stesse persone, quelle messe in lista dal porcellum.

Non sarà più così. Gli italiani ne hanno abbastanza di questi mestieranti che hanno tradito gli ideali dei quali si erano detti paladini, che hanno abbandonato l’identità che li aveva caratterizzati e che aveva riscosso consensi. Ed hanno pensato solo ai propri interessi.

Devono uscire di scena. E con loro anche le seconde linee, i giovani e i meno giovani che hanno allevato, perché a loro immagine e somiglianza. Inaffidabili. Modesti personaggi che l’Italia non vuole più, neppure a livello di consiglio comunale di comuni al di sotto di mille abitanti.

Tempo sprecato, dunque, questo rifiorire di iniziative alla disperata ricerca di un ubi consistam di persone che non hanno una professione o se l’hanno non vi si sono mai applicati.

Tutti a casa.