Coronavirus, la follia dei moduli: ora bambini e cani non si può più?

di Sergio Carli
Pubblicato il 3 Maggio 2020 - 20:23| Aggiornato il 4 Maggio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, la follia dei moduli: ora bambini e cani non si può più?

Coronavirus, la follia dei moduli: ora bambini e cani non si può più? (foto ANSA)

Coronavirus, l’ultimo modulo di autocertificazione ci ha dato una conferma. Ha messo a nudo l’incapacità dei nostri burocrati. Forse non ce ne era bisogno, visto ancora resta il divieto di recarsi nelle seconde case. Ma se ce ne fosse stato bisogno, ecco la prova.

Prova della incapacità di progettare e pensare e volersi far capire da parte di quanti hanno in mano le redini della pubblica amministrazione.

Guardate il modulo prodotto nel pomeriggio di domenica 3 maggio. A che serve? A chi serve? 

Serve a chi va al lavoro? A chi si reca in un’altra regione? A chi va in ospedale?

Se le ragioni che possono giustificare lo spostamento sono, come dice il nuovo modulo:

– comprovate esigenze lavorative;
– assoluta urgenza;
– situazione di necessità;
– motivi di salute,

come la mettiamo con la visita a un congiunto o affetto stabile?

Rientrano nei casi di necessità? E la passeggiata intorno a casa nel raggio di 200 metri? E se porto a spasso il pupo? O il cane (necessità fisiologiche dell’amico dell’uomo)?

E se fosse che il nuovo modello di autocertificazione annulla e assorbe tutto quanto è stato deciso in precedenza?

Siamo ancora una volta in mano alla libera interpretazione e al buon cuore dei singolo appartenenti alle forze dell’ordine, spesso con atteggiamenti in contrasto fra i singoli Corpi.

Ma come è possibile altrimenti, in presenza di tanta nebbia?