Stabilità, governo, Renzi… Il carrettino di Fassina e la Camusso

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 28 Ottobre 2014 - 07:53 OLTRE 6 MESI FA
Stabilità, governo, Renzi... Il carrettino di Fassina e la Camusso

Susanna Camusso (Lapresse)

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo: il carrettino di Fassina e della Camusso. 

Forse quello di Reggio Calabria è un caso isolato. Ma certo il crollo del m5s da oltre il 20 per cento al 2,5 per cento nel giro di appena un anno qualche pensiero lo solleva. E’ cominciata la liquefazione dell’inutile e inconsistente movimento del capocomico genovese? E’ presto per dirlo. Però qualcosa sta accadendo da quelle parti. Tutte le stupidaggini dette e fatte negli ultimi tempi (dall’appoggio all’Isis fino alla buffonata di Genova) hanno forse convinto il grosso degli elettori del m5s che il movimento è senza testa e senza programma. Nei mesi scorsi ha raccolto molta protesta, ma è evidente che tutto questo non basta a fare una politica.

L’eventuale sgonfiamento verticale del M5s sarebbe un avvenimento molto importante perché libererebbe la società italiana da un’ipoteca populista e anti-sistema di cui non si sentiva proprio il bisogno.

Più complessa risulta la vicenda del Pd. Ormai è evidente che c’è una parte (minoritaria) del partito che non accetta il nuovo corso renziano. Anzi, tutto quello che fa Renzi sembra, a questi, contrario alla storia della sinistra e alle sue tradizioni. Anche il linguaggio degli oppositori di Renzi (compresi quelli che stanno nella Cgil) sta diventando sempre più violento.

Non ci vuole molto per capire che si sta preparando una rottura, probabilmente.

E’ abbastanza facile, però, concludere che, se la nuova avventura politica (sinistra vera) avrà inizio, terminerà anche abbastanza rapidamente. Basta riflettere.

Renzi non ha scalato il Pd con il favore delle tenebre e con tessere false. Lo ha fatto alla luce del giorno e con primarie regolari. Non solo: tutte le decisioni che oggi gli vengono contestate sono state approvate  dalla direzione del partito, in genere con un consenso dell’80 per cento.

La “vera sinistra”, che oggi protesta a alta voce, ha perso in campo aperto. E ha perso perché non è stata capace di mettere insieme una linea politica decente. Siamo alle solite. Basta ascoltare che cosa dice la segretaria della Cgil, Susanna Camusso. E’ ancora convinta che i mali dell’Italia si possano risanare tassando “i ricchi”. Chiunque faccia due conti capisce però che, per seguire la Camusso, bisognerebbe tassare spaventosamente non solo i super-ricchi, ma anche il ceto medio, giù fino a 80 mila euro di reddito lordo all’anno, o anche più in giù. E Fassina non dice cose molto diverse: grandi investimenti pubblici fatti a debito o tassando ancora di più un paese che già soffoca sotto un imponente pressione fiscale.

E’ evidente che con queste idee si fa la fine di Rifondazione comunista Ormai irrilevante dal punto di vista politico). Il cambiamento, se avverrà, avverrà da un’altra parte: e cioè in quel Pd renziano che si apprestano a lasciare.

Sembra incredibile, ma dopo tutto quello che è successo, questa “vera sinistra” e il sindacato di sinistra non sanno fare altro che riporre politiche antiche (più di mezzo secolo) e che hanno già portato alla rovina del paese.

Però fanno la voce grossa, come se fossero titolari di chissà quale profonda verità: invece si trascinano dietro solo un carrettino pieno di vecchie pentole e qualche coperchio sfuso.