Manuela Battezzato, Marchionne innamorato.”Glocal love” Torino-Detroit

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 28 Novembre 2012 - 16:33| Aggiornato il 29 Novembre 2012 OLTRE 6 MESI FA
Sergio Marchionne e Manuela Battezzato

ROMA – Marchionne innamorato: la notizia non è nuova, ma insomma, complici il naturale riserbo del protagonista e del contegno radicato nella riguardosa Torino, stenta a trovare il posto che merita nel gossip nazionale. E’ un bene, ci mancherebbe (anche se in una Chrysler ancora americana l’amore fra dipendenti non l’avrebbero tollerato). Su Manuela Battezzato, professionista della comunicazione in Fiat dal 1999, filtra pochissimo, a parte il dettaglio sentimentale che avrebbe interrotto un lunghissimo fidanzamento per il suo Sergio. E la circostanza che in effetti fu la prima segretaria di Marchionne, ereditata dalla gestione precedente. Tanto non basta che per Il Fatto Quotidiano la notizia è ancora che “Anche Marchionne ha un cuore”.

L’articolo in questione è firmato Stefano Caselli, bravo giornalista figlio del magistrato Giancarlo, in questo caso esperto, più che di Fiat e dintorni, del piccolo mondo antico torinese. Quello delle “tote”, termine sul quale, con Manuela, sarebbe sconveniente  continuare a insistere: parliamo delle “signorine” Fiat, veri generali travestiti da segretarie efficientissime e discretissime, “devote e onnipotenti nel cono di luce del maschio direttore” (serve citare il Bocca de “Il provinciale”).

L’uomo con un cuore sotto il maglione è in attesa di divorziare dalla prima moglie, appartata e invisibile in Svizzera a crescere i due figli. Innamorato al punto, rivela Caselli, da comportarsi come un uomo qualsiasi, “con un vassoio di paste la domenica pomeriggio a casa dei genitori”. Peccato che il giorno prima della visita, siano giunti, alla villetta di Alpignano, Digos e Carabinieri per bonificare l’area. Con soddisfazione del potenziale consuocero facile da immaginare. Lunghi fidanzamenti, pastarelle alla domenica, “tote”: il piccolo mondo antico risveglia nostalgie che sono ancora più antiche di quelle del Gozzano di un secolo fa, quando la Fiat era poco più di una carrozzeria.

Ora che l’anima della Fiat è divisa in due tra Torino e Detroit, un oceano basterà forse a liquidare cent’anni di industria nazionale, non a demolire le ragioni del cuore. Un cuore organizzato, globale nella vastità che abbraccia i continenti,  locale nel tran tran aristocratico/borghese tipo i “venerdì della contessa”. E’ Manuela che si occupa delle relazioni tra l’Ufficio Stampa di Detroit e quello di Torino. E’ Sergio che si occupa del futuro accorpamento: un grande ufficio stampa a Detroit e una dependance piccola piccola a Torino. Giusto una succursale, decoroso interludio tra una pastarella e un vermouthino, né.