Ariel Castro, il “mostro di Cleveland”, forse morto per un gioco autoerotico

Ariel Castro, il "mostro di Cleveland", forse morto per un gioco autoerotico
Ariel Castro

NEW YORK – Ariel Castro, il ”mostro di Cleveland”, colui che tenne per dieci anni segregate in casa sua tre donne come schiave del sesso, non si sarebbe suicidato in cella, ma sarebbe morto per asfissia durante un gioco autoerotico finito male.

Secondo le autorità dell’Ohio quando venne trovato impiccato nella sua cella, il 4 settembre scorso, Castro aveva i pantaloni e le mutande abbassate fino alle ginocchia.

Le autorità hanno anche reso noto che nelle ore precedenti la sua morte le due guardie carcerarie che dovevano tenerlo sotto sorveglianza avevano mancato per almeno otto volte di eseguire i controlli previsti. In un rapporto si sottolinea che Castro non ha lasciato alcuna lettera di addio e non aveva mostrato istinti suicidi.

Castro era stato condannato a mille anni di prigione, ma ha scontato soltanto poco più di un mese dietro le sbarre. La terribile odissea delle sue vittime Michelle Knight, Gina DeJesus e Amanda Berry ha shoccato l’America, e la notizia della sua morte si era diffusa negli Stati Uniti come un lampo.

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