BARI – “Un quadro sconcertante della vita privata” di Berlusconi. I giudici di Bari hanno usato espressioni piuttosto forti nella sentenza di condanna all’avvocato Salvatore Castellaneta. Si tratta di un filone secondario ma sempre nell’ambito del processo a Gianpaolo Tarantini e altri sulle escort portate a Palazzo Grazioli, Roma, per le feste di Berlusconi.
Le parole dei giudici, seppure non riferite al processo principale, sembrano in sintonia con il racconto fatto da Patrizia D’Addario, la escort barese che fece partire lo scandalo. A La Repubblica dice:
“Ci hanno provato a farmi passare per una mitomane, a delegittimarmi. Ancora oggi vivo in isolamento, non ho più nulla. Ora però almeno mi prenderò le mie soddisfazioni ».
In che senso?
«Io dormo la notte. Perché ho sempre detto la verità. Non ho ancora letto le motivazioni del giudice, ma mi pare di capire che ogni parola della mia deposizione è stata confermata. Anzi. Io sono l’unica che davanti ai magistrati ha raccontato esattamente quello che era accaduto quella sera a Palazzo Grazioli».
Cosa?
«L’ho detto ai magistrati».
“Per tutta la notte mi sono intrattenuta con lui, consumando sia rapporti intimi che parlando ininterrottamente nonostante avessi sonno. Durante la notte ho ricevuto la promessa di un suo interessamento per risolvere la mia questione edilizia a Bari” aveva fatto mettere a verbale.
«Io, a differenza di tutti quanti gli altri ho sempre e soltanto detto la verità e chiaramente continuerò a farlo».
Tutte le altre ragazze hanno invece negato di aver avuto rapporti con l’allora presidente del Consiglio.
«Ora verrà la giustizia, io ne sono convinta. Sono cinque anni che vivo questa storia come un inferno, per me e per la mia famiglia. E se a me interessa poco, sono mortificata per la vita che sto regalando a loro. Io cinque anni fa avevo tutto e oggi invece non ho nulla. Se non appunto la giustizia. E sono sicura che alla fine avrò ragione io. Confido molto nei giudici e nel pubblico ministero, spero soltanto che finisca il prima possibile».