Sara Tommasi, la donna “incrocio” della contaminazione tra prostituzione, camorra, tv e potere

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 9 Febbraio 2011 - 15:04| Aggiornato il 9 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Sara Tommasi

ROMA – “Il triangolo no, non l’avevo considerato…” cantava qualche anno fa Renato Zero, ma mentre il cantautore romano nella sua canzone faceva riferimento al “classico” triangolo amoroso, cioè a una storia di sesso e affetti a tre, il triangolo in cui si sono imbattuti i magistrati napoletani è di un altro genere. E’ il triangolo che lega il mondo della prostituzione d’alto bordo e in particolare Sara Tommasi al mondo dello spettacolo e dei vip, leggi Lele Mora, Fabrizio Corona…E questi due mondi fanno “contatto” con la politica e l’imprenditoria: la famiglia Berlusconi, in questa tranche d’inchiesta oltre a Silvio compaiono infatti anche i nomi di Paolo, Piersilvio e Marina Berlusconi. Il “triangolo” purtroppo si completa con l’ultimo lato, quello della criminalità organizzata partenopea, il clan Mallardo di Giuliano su tutti. I tre lati del triangolo sono molto diversi tra loro, non possono essere avvicinati, ma geometricamente compongono una figura chiusa. Non è la stessa “gente” quella della criminalità, della prostituzione di lusso, della televisione, dell’impresa e della politica. Non hanno la stessa storia, la stessa vita, tanto meno eventualmente le stesse condotte illegali e responsabilità penali peraltro tutte da accertare. Però funzionano da vasi comunicanti, l’uno “sgocciola” nell’altro e talvolta le acque si fondono per osmosi. La “valvola” di scambio, il punto di incrocio è Sara Tommasi.

Il rapporto tra prostituzione e criminalità è un aspetto rimasto marginale nel cosiddetto Rubygate, almeno nelle riflessioni fatte sui quotidiani. Nell’inchiesta sinora si è parlato soprattutto di personaggi più o meno noti prestati al ruolo di procacciatori di donne e di ragazze che donne ancora non sono perché minorenni. Il mondo della prostituzione più o meno da sempre, e soprattutto nei paesi dove questa è illegale, è legato a doppio filo al mondo della criminalità organizzata, sembra la scoperta dell’acqua calda e probabilmente per i magistrati infatti non si tratta di una scoperta clamorosa. Ma riflettere su questo aspetto considerato sinora marginale e dato quasi per scontato pone ancora una volta l’attenzione sullo “stile di vita” del Presidente del Consiglio che, finendo con il lambire spesso il mondo della prostituzione, caso mai nel ruolo di “utilizzatore finale” (definizione che è un regalo dell’onorevole Ghedini alla lingua italiana), si trova di conseguenza ad avere a che fare anche il mondo della criminalità organizzata e perfino della camorra, mettendosi in una posizione che può essere eufemisticamente definita difficile, rendendosi cioè ricattabile da uomini che hanno fatto del crimine il loro mestiere. Sara Tommasi è un “incrocio” casuale e fortuito ma il convergere lì di molte e diverse strade smonta l’idea diffusa, condivisa e quasi accettata dalla pubblica opinione secondo la quale “andare a puttane” è per un uomo pubblico un fatto privato. Mezza Italia abbondante continuerà a credere che sia così, ma “l’incrocio Tommasi” smentisce nei fatti questa opinione di massa.

Sara Tommasi su tutte incarna il ruolo di trait d’union tra le tre facce della stessa storia. E’ lei che attraverso il suo cellulare e con i suoi sms ha contatti sia con Silvio Berlusconi che con “Bartolo”. Questo Bartolo, al secolo Vincenzo Seiello, è coinvolto nell’inchiesta sui falsari, sulla possibile “produzione” di 250 milioni di euro falsi, e non solo è vicino a Gomorra ma è il tramite che porta anche Fabrizio Corona in questo mondo parallelo. Un legame alimentato dallo stesso Corona che ai “reclutatori” propone anche di mandare, nel ruolo di soubrette e non di prostituta, Cecilia Rodriguez, la sorella della sua fidanzata Belen, soubrette diventata ormai famosa tanto da essere stata chiamata a presentare il Festival di Sanremo. Corona non lavora con la prostituzione, veicola giovani fanciulle nel mondo dello spettacolo. Ma molte di queste ragazze sessualmente si vendono: confini sfumano e diventano labili perché tutti e tutte fanno parte dello stesso “giro”. Giro che ha un “centro di gravità” assodato e palese: Lele Mora.

Il camorrista Bartolo si muove anche lui con disinvoltura nel mondo dello spettacolo e fissa pure incontri a pagamento per le ragazze, anche mentre si trova a Roma nella villa dell’Olgiata del cantante Gigi D’Alessio. Ed è proprio dalla dalla casa del cantante napoletano (estraneo all’inchiesta) che il 9 settembre scorso Bartolo e il suo socio Giosuè Amirante contattano la Tommasi per avvisarla che un imprenditore la aspetta per la serata all’hotel Hilton. Lei accetta. Ma un paio d’ore dopo richiama per dire che non andrà all’appuntamento. “Mi ha chiamata una persona che non vedo da tempo”, spiega. Loro si agitano, le dicono che il cliente è già in albergo, insistono. Poi vanno sotto casa per convincerla. Ma non fanno in tempo a fermarla. Il motivo lo raccontano subito dopo a un tale “Checco” che contattano al telefono.

Giosuè: “Guaglio’ in vita mia non mi è mai capitata una cosa del genere… Mentre stiamo aspettando giù al palazzo che scende ci ha mandato un messaggio: “Giosuè adesso scendo!”… È arrivata, due macchine con le guardie del corpo di Berlusconi! Se la sono venuta a prendere a questa e se la sono portata… guarda è una incredibile!».