No Tav, in 300 nel mirino della Digos: gli oggetti sequestrati negli scontri

Pubblicato il 5 Luglio 2011 - 14:54 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – A due giorni dagli scontri al cantiere della Tav di Chiomonte, dopo i quattro arresti e una denuncia a piede libero, la Digos lavora per identificare i ‘black bloc’ che hanno attaccato domenica scorsa per oltre sei ore le recinzioni dell’area di scavo e le forze dell’ordine lanciando pietre, molotov e taniche di ammoniaca. Queste ultime, ha spiegato il capo della Digos Giuseppe Petronzi, “sono una novità, pericolose perché in grado di penetrare le maschere e gli strumenti di protezione dei poliziotti”. L’obiettivo è puntato su circa 300 persone. Al vaglio numerosissimi filmati e fotografie.

La polizia ha sequestrato chili di indumenti scuri, caschi, maschere antigas e centinaia di armi artigianali e non. Molotov costruite con bottiglie vuote di birra, bulloni a grappolo potenziati con petardi, estintori, mazze di ferro, roncole, sassi avvolti da stracci e fil di ferro pronti da incendiare. E ancora mortai, fatti con bastoni e in cima petardi, fionde a lunga gittata, scudi costruiti con legno e fogliame per mimetizzarsi nei boschi. Anche un mefisto collegato con il gas degli accendini.

“Lavoriamo per individuare chi teneva in mano queste armi – ha spiegato Petronzi – presenteremo dei dati all’autorità giudiziaria solo con elementi certi in mano”. “E comunque – ha specificato – stiamo parlando di ciò che hanno fatto circa 300 persone, non del movimento No Tav”. I reati ipotizzati sono resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e danneggiamento. “Inoltre – ha ancora detto Petronzi – usiamo il termine black bloc riferito non a una categoria, ma a un modo di fare, a un atteggiamento estremamente violento”.

La questura ha smentito le accuse dei No Tav che hanno detto di aver visto sparare proiettili di gomma da parte delle forze dell’ordine. “Non li abbiamo in dotazione”. Gli oggetti visti lanciare, hanno spiegato, sono lacrimogeni. “Abbiamo solo usato materiale in dotazione e in maniera propria” hanno ribadito dalla Digos. “La polizia sta facendo bene il suo lavoro – ha rassicurato Petronzi – andrà a finire bene”. “Noi siamo stati comunque – ha precisato – oggetto di un’aggressione estremamente violenta e organizzata. Solo con dati rigorosamente oggettivi ci presenteremo all’autorità giudiziaria”.

Ecco il materiale sequestrato ai manifestanti No Tav (foto LaPresse):