BERLINO – L’opposizione non ha tradito Angela Merkel, che da Bruxelles ha portato a casa pacchetto di crescita e Tobin tax. Il fiscal compact e il Meccanismo di Stabilità Europeo Esm sono stati approvati infatti con i due terzi del consenso. La cancelliera, però, sull’Esm, ha perso la sua maggioranza nel Budestag (perché 26 hanno votato contro, la maggior parte proprio della sua coalizione Cdu-Csu).
E la stampa domestica, nonostante i chiarimenti tentati in aula dopo la comunicazione ritenuta ”prematura” del successo italiano non ha cambiato idea: Frau Merkel, a Bruxelles, ha chiaramente perso. Ed è finita nella ”trappola” senza uscita di Mario Monti, che ha ottenuto l’ammorbidimento delle condizioni per gli aiuti ai Paesi in difficoltà. La ”notte delle volpi”, come la definisce die Welt, lascerà insomma il segno nella politica tedesca. Se Wolfgang Schaeuble dichiara alla Fas di oggi 1 luglio (la Frankfurter Allgemeine Sonntagzeitung) che le risposte trovate al Consiglio europeo ”sono quelle giuste”, le concessioni berlinesi hanno raccolto grande dissenso nei partiti della coalizione di governo.
E questo umore si è letto, poche ore dopo, nel voto che, decisivo per l’Europa, vede indebolito in casa l’Esecutivo Merkel. La posizione tedesca di condizionare la mutualizzazione del debito ai controlli è stata mantenuta ”con coerenza e senza eccezioni”, ha sostenuto Schaeuble. ”E i mercati sembrano accettare che non ha alcun senso speculare contro una zona euro che fa fronte comune”, ha aggiunto.
I cosiddetti ‘falchi’ però, non hanno affatto digerito l’arretramento della linea rossa. Lo dimostra un dato: sono stati ben 27 i parlamentari della coalizione che hanno votato contro l’Esm. E ora, in Germania, si teme che il Meccanismo Europeo di Stabilità Esm – paradossalmente approvato in una versione già vecchia rispetto alle decisioni destinate a modificarlo – possa diventare un ‘selfservice’. Le risorse sono limitate, spiegano nella capitale tedesca, se lo usiamo pure per pagare gli spread, in due anni la Germania finirà sotto l’attacco dei mercati. E chi salverà l’Europa, se viene meno la tripla A alemanna? A questo timore rispondeva ieri 30 giugno il capogruppo dell’Unione Volker Kauder, il quale ha ricordato che ”l’ultima parola spetterà sempre al Parlamento tedesco”. Non basta. E’ chiaro che l’ammorbidimento solleva timori anche in prospettiva.
Nei giorni scorsi lo stesso ministro delle Finanze ha sostenuto che gli eurobond saranno possibili soltanto quando l’unione fiscale sarà pienamente realizzata. Un rinvio temporale che non lascia tranquilli gli strenui oppositori della condivisione del debito: ”Poca solidarietà mette a rischio l’Europa, ma troppa solidarietà non comporta meno rischi”, ha detto reagendo in proposito alla Fas il ministro degli Esteri Guido Westerwelle. ”Una condivisione del debito attraverso gli eurobond sarebbe un errore di costruzione – dice Westerwelle – che mette a rischio l’idea dell’Europa. Questa non è una questione di tempo, ma una manovra sbagliata di principio che noi respingiamo”.
Insomma Frau Merkel, che secondo alcune fonti venerdì 29 giugno, nelle riunioni di partito, ha invocato a un certo punto i suoi ”limiti naturali” di comunicazione (nella gestione difficile della trattativa brussellese e del mandato tedesco), dovrà lavorare ancora molto.