Fiscal Compact, Renzi lo vuole rottamare. Dijsselbloem: “Proposta deficit fuori da regole”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2017 - 19:27 OLTRE 6 MESI FA
Jeroen Dijsselbloem

Jeroen Dijsselbloem (foto Ansa)

ROMA – Scontro Renzi-Ue sul deficit. Il leader del Pd presenta la sua proposta di rottamazione del fiscal compact: ‘Buttiamo giù il debito ma torniamo a Maastricht e a un deficit del 3% – dice-. Rottamiamo il Fiscal Compact e tiriamo giù le tasse a famiglie con figli, ad artigiani e piccoli imprenditori, e a chi non ce la fa”.

Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, boccia la proposta Renzi spiegando che “stare al 2,9% (del deficit per cinque anni, ndr) sarebbe fuori dalle regole di bilancio, non è una decisione che un Paese può prendere da solo, in questa unione monetaria ci si sta insieme. Sono sempre aperto a rendere le regole più efficienti, efficaci, ma non possiamo unilateralmente dire che le regole non sono per me quest’anno e per i prossimi cinque”.

Le parole del presidente dell’Eurogruppo non sono piaciute all’ex premier italiano che sostiene che Dijsselbloem ha un ‘pregiudizio’ nei confronti dell’Italia e comunque la proposta sul deficit al 2,9% “non l’ha letta”. “Questa – ha detto Matteo Renzi – è una battaglia aperta che abbiamo con il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese che disse che gli italiani spendono i soldi della flessibilità in donne e alcool. Io gli spiegai che le donne noi non le paghiamo, a differenza di alcuni di loro. Il problema centrale è che c’è un pregiudizio di alcuni dirigenti europei, come il presidente dell’Eurogruppo, che non si rende conto che di fiscal compact e austerity l’Europa muore”.

Interviene anche il commissario agli affari economici Pierre Mosovici: “Ci serve un’Italia al centro della zona euro, che rispetta le regole che sono intelligenti e che sono applicate in maniera intelligente e flessibile nel suo caso”. Mocovici ha spiegato che “l’Italia è veramente il Paese che non può lamentarsi delle osservazioni della Commissione, essendo il solo Paese che ha beneficiato di tutta la flessibilità del Patto: investimenti, riforme, terremoti”.

L’idea proposta da Renzi però, non convince anche parte degli alleati: il ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, la liquida così: “Un tema per la prossima legislatura”. E anche il ministro per lo Sviluppo, Carlo Calenda, avverte in un’intervista al Coriere della Sera: “Aumentare il deficit è un rischio da prendere solo se si spinge su investimenti, privatizzazioni e riforme”.

A margine di un convegno sull’energia, Calenda spiega ulteriormente: “Le proposte” su una revisione del fiscal compact “mi convincono se sono articolate come un piano industriale concreto che puntando su pochi fattori di crescita del Paese, sia in grado di accelerare il processo oggi in atto, cioè agganciare la domanda internazionale”.  “Per noi – aggiunge Calenda – questo significano beni ma anche turismo secondo un percorso che ha fatto anche la Germania portandola a una crescita di lungo periodo”.