ROMA – Un piano Ue che costerà 780 milioni di euro. E che peserà per quasi il 50% su Germania e Francia. Da soli i due paesi si prenderanno in carico 55mila rifugiati, sui 120mila previsti dal piano Juncker. Nel dettaglio secondo quanto anticipa El Pais La Commissione europea propone di assegnare circa il 60% dei 120 mila rifugiati da ricollocare – presenti in Italia, Grecia e Ungheria – a Germania (31.433), Francia (24.031) e Spagna (14.931). A suo modo vince anche l’Ungheria che di profughi non ne accoglierà nessuno. E all’Italia? Sempre riportato da El Pais, 15.600, più i 24mila precedenti. Cameron invece è passato da 0 a 15mila e ora a 20mila: “Il Regno Unito accoglierà fino a 20mila rifugiati siriani entro il 2020”, ha spiegato.
Al quarto posto, in questa particolare classifica, la Polonia, con 9,287 rifugiati, pari al 7,7% del totale. Quindi l’Olanda (7,214), la Romania (4,646), il Belgio (4564), l’Austria (3,640) e il Portogallo (3,074). Da notare il trattamento riservato dalla Commissione Ue ai Paesi dell’est, agli aderenti al cosiddetto Visegrad Group, che hanno già espresso la loro contrarietà alle quote obbligatorie. A parte la Polonia, che nelle ultime settimane ha ammorbidito la sua posizione, Bruxelles ha ridotto di molto la quota di rifugiati da assegnare alla Repubblica Ceca (2978), alla Slovacchia (1,502).
La Germania, che per l’emergenza profughi ha stanziato la colossale cifra di sei miliardi fissa un solo paletto: si prendono profughi. Persone che arrivano da paesi in guerra. No, quindi, a migranti da Turchia e Balcani che saranno dichiarati paesi sicuri.
La soddisfazione di Renzi. Lunedì mattina il premier Matteo Renzi ha avuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca Angela Merkel sul tema immigrazione. Renzi ha espresso grande apprezzamento per le posizioni tedesche e per quelle espresse in questi giorni da alcuni paesi europei: “c’è un cambio di segno e di passo significativo”, ha commentato. In particolare, il premier italiano ha osservato come in questi giorni sul fenomeno migratorio ci sia stato in Europa “un cambio di passo significativo rispetto a soli pochi mesi fa e del quale l’Italia non può che essere felice e orgogliosa”