Pussy Riot, Medvedev: “Non dovrebbero stare in carcere”

Nadezhda Tolokonnikova e Maria Aliokhina, le due Pussy Riot condannate a due anni da scontare nelle colonie penali di Perm e Mordovia, “dovrebbero essere messe in libertà” secondo il premier russo Dmitri Medvedev.
Il premier russo Dmitri Medvedev ha detto che le Pussy Riot dovrebbero tornare in libertà (Foto Lapresse)

MOSCA – Le Pussy Riot “non dovrebbero stare in carcere”. A dirlo, questa volta, non sono Madonna o Sting, ma il premier russo Dmitri Medvedev. ”Se fossi il giudice non le avrei messe in prigione, ha detto l’ex presidente della Federazione russa. Semplicemente, non ritengo giusto che siano private della libertà. Hanno già scontato parecchio, può bastare”.

Nonostante questo Medvedev non ha evitato di ribadire la propria “forte antipatia” per il gruppo rock femminile, condannato per la “preghiera blasfema” anti-Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Ma almeno una presa di posizione diversa dal presidente Vladimir Putin e dalla Chiesa Ortodossa, che nei giorni scorsi ha detto anche di aver avuto la “solidarietà” di papa Benedetto XVI.

In ogni caso su un’eventuale liberazione anticipata di Nadezhda Tolokonnikova e Maria Aliokhina Medvedev si è rimesso alle decisioni di tribunali e avvocati. Nadia e Mascia restano al momento nelle colonie penali nelle regioni di Perm (sugli Urali) e Mordovia (500 km a est di Mosca). Devono scontare due anni.

 

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