KIEV – Crisi in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin minaccia l’Unione Europea: “Se voglio mi prendo Kiev in due settimane” e lancia la proposta di costituire un nuovo Stato nell’est dell’Ucraina. Le truppe russe combattono contro i militari di Kiev a Donetsk e nell’aeroporto di Lugansk. Ma se Putin minaccia, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, offre una mano all’Occidente: lo invita a “sedersi e a discutere, invece di minacciare sanzioni” e chiarisce che comunque Mosca
“non sbatterà la porta in caso di nuove sanzioni occidentali e non uscirà dal Wto” (l’Organizzazione mondiale del commercio).
Sulle sanzioni i 28 Paesi dell’Ue, che si sono riuniti nel fine settimana, sono spaccati. In particolare Ungheria, Slovacchia e Cipro, che più dipendono dagli interessi russi, frenano, temendo ritorsioni economiche da parte della Federazione.
Di parere opposto Estonia, Lettonia e Lituania, che spingono affinché l’Europa spedisca armi ai militari di Kiev, come già fatto con i curdi che combattono i fondamentalisti islamici dell’Isis in Iraq.
Parole durissime arrivano dalla presidente lituana, Dalia Grybauskaite: “La Russia è in guerra con l’Europa”. Anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, non risparmia critiche a Putin, accusato di essere venuto meno agli impegni presi durante i negoziati di Berlino. Bruxelles sa che il leader del Cremlino è ormai imprevedibile e agisce spinto dal consenso interno, in crescita esponenziale. Merkel paventa che la sorte dell’Ucraina possa toccare, più avanti, a Lettonia ed Estonia. E chiede di reagire compatti con nuove sanzioni. Il premier britannico, David Cameron, rievoca “gli errori commessi a Monaco nel ’38” con Adolf Hitler.
Resta però il fatto che un rapporto decente con Mosca è fondamentale non solo a livello energetico ed economico, per i Paesi Ue, ma anche per affrontare le delicate situazioni in Iraq e Siria.
Alla fine il consiglio europeo ha accantonato l’ipotesi di armare i soldati ucraini e ha lanciato un ultimatum di una settimana prima di far scattare nuove sanzioni ancora sul settore bancario e finanziario, per colpire i ricchi oligarchi risparmiando la popolazione russa. Almeno questa è l’intenzione.