Ue, D’Alema perde. Schultz: “Governo italiano poco attivo”

Pubblicato il 19 Novembre 2009 - 21:52 OLTRE 6 MESI FA

La corsa europea di Massimo D’Alema si è conclusa con uno scontro, quello contro il colosso inglese. La sua candidatura è naufragata, schiacciata da Catherine Ashton, la prescelta dai socialisti europei. Finiscono così le sue speranze di diventare Mr Pesc, responsabile della politica estera per l’Ue.

Colei che lo ha battuto è una donna ed è pure britannica. Il capogruppo dei socialdemocratici al Parlamento europeo, Martin Schulz, prima della riunione per decidere il candidato aveva lasciato trapelare quale sarebbe stato il responso: « D’Alema sarebbe un eccellente ministro degli esteri della Ue, ma il problema è che non è candidato da un governo socialista».

Era stato proprio lui a portare D’Alema verso la poltrona di ministro europeo. Ma è stato decisivo Gordon Brown: il primo ministro britannico voleva che uno dei suoi si aggiudicasse un posto in Europa, e già aveva capito che Tony Blair non ce l’avrebbe fatta ad avere la presidenza.

A quel punto nei giochi di forza il primo a saltare è stato il nome di D’Alema. Oltre alla delusione per la perdita italiana della partita europea è arrivato lo scontro. Al centro della polemica è ancora Martin Schultz:  «La candidatura del presidente D’Alema, purtroppo, ha dovuto confrontarsi con quella proposta da un membro del Consiglio europeo che fa parte della famiglia socialista e con un non fattivo attivismo del governo italiano», ha detto in una nota il presidente del Gruppo Socialista e Democratico al Parlamento Europeo,  al termine del Consiglio europeo che ha nominato Catherine Ashton alla carica di Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue.

Nel Pdl le sue parole non sono state ben accolte. «È evidente che in Europa c’è una deriva non positiva derivante anche dalla qualità politica di alcuni protagonisti. L’ultima dichiarazione di Martin Schulz lascia sbalorditi anche perché è stata preceduta da un’altra che affermava: ‘D’Alema è un eccellente candidato ma ha un problema, è il candidato di un governo non socialista. Ora è evidente che Schulz è in uno stato di confusione mentale e politico per le contraddizioni interne al Pse. Il suo tentativo di riversare sul governo italiano responsabilità che esso non ha, dimostra anche che purtroppo il Pse attraversa uno stato di crisi così marcato da avere un capogruppo di basso livello»ha replicato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

Toni aspri anche quelli di Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato. «Il socialista Schulz conferma a distanza di tempo la fondatezza delle critiche che aveva raccolto dal vertice di governo italiano. I suoi argomenti sulla sconfitta di D’Alema sono risibili. Il centrodestra italiano con saggezza e lealtà sconosciute a Schulz  ha appoggiato D’Alema, affondato dalla sinistra europea che non lo ha voluto, evidentemente non fidandosene perché prima o poi farà anche a meno di Schulz che sorprende perché ogni volta riesce a dire un’inesattezza più grande».