Ue, Merkel gela la Serbia: “No, se non normalizzate rapporti con Kosovo”

Pubblicato il 2 Dicembre 2011 - 22:08 OLTRE 6 MESI FA

BELGRADO, 2 DIC – Angela Merkel gela le attese europee della Serbia. A una settimana dal cruciale vertice europeo del 9 dicembre, che accanto alle cure per l'Eurozona si dovra' pronunciare anche sul via libera alla concessione a Belgrado dello status di Paese candidato all'adesione alla Ue, le speranze serbe – appoggiate con convinzione da Italia, Francia e numerosi altri paesi dell'Unione – hanno ricevuto oggi il no della cancelliera tedesca, secondo la quale la Serbia, a causa delle persistenti tensioni nel nord del Kosovo, non ha ancora soddisfatto le condizioni necessarie per ottenere lo status di Paese candidato.

''Il cammino verso l'Europa passa da una normalizzazione delle relazioni col Kosovo'', ha detto la Merkel oggi in un intervento al Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco.

''Ue e Germania – ha aggiunto – hanno indicato delle richieste concrete, e mi dispiace profondamente che la Serbia finora non abbia ancora risposto in maniera soddisfacente. Quindi le condizioni per ottenere lo status di candidato non sono state ancora raggiunte''. Le affermazioni perentorie e il 'nein' di Angela Merkel – che ha definito al tempo stesso ''inaccettabili'' le violenze dei dimostranti serbi di lunedi' scorso nel nord del Kosovo che hanno portato al ferimento di 19 militari tedeschi e 11 austriaci della Kfor – la Forza Nato in Kosovo – contrastano con le posizioni piu' concilianti del governo italiano. ''Auspichiamo che i serbi del Kosovo possano ascoltare l'appello positivo del presidente (serbo Boris) Tadic, per la rimozione dei blocchi alle frontiere e per la normalizzazione del clima generale nel nord del Kosovo'', ha detto il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari. ''E' una questione che anche nell'opinione pubblica e tra i governi ha riflessi sulle decisioni per lo status di candidato della Serbia all'Ue, che noi sosteniamo pienamente perche' crediamo nella prospettiva europea della Serbia e apprezziamo gli sforzi in questo senso di Tadic'', ha aggiunto Massari.

Anche la Francia si e' detta a favore della concessione a Belgrado dello status di Paese candidato. Ma gia' nella sua visita a Belgrado in agosto Merkel aveva detto chiaramente a Tadic che la prospettiva europea della Serbia e' legata a progressi concreti nel dialogo con Pristina, a una normalizzazione delle relazioni col Kosovo e all' abolizione delle cosidette ''strutture parallele'' di governo che Belgrado mantiene nel nord del Kosovo, dove i serbi sono la maggioranza della popolazione. E anche la commissione Ue, raccomandando il 12 ottobre scorso il si' allo status di Paese candidato per la Serbia, l'aveva tuttavia condizionato alla ripresa del dialogo con Pristina e a un miglioramento generale della situazione in Kosovo.

Il dialogo e' ripreso, anche se finora senza alcun accordo rilevante sulla questione delle frontiere. Ma nel nord Kosovo restano le barricate dei serbi, contrari alla presenza di personale kosovaro e che continuano per questo a fronteggiare i militari della Kfor. In questa situazione sembra difficile che Belgrado ottenga lo status di candidato il 9 dicembre.